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Tutti pazzi per Roscioli New York, impossibile trovare un tavolo

L'odissea di Jay McInerney, bocca asciutta anche Claire Danes

Redazione Ansa

NEW YORK - Tutti pazzi per Roscioli: da quando l'istituzione gastronomica di Campo de' Fiori ha aperto un avamposto nel West Village a New York la corsa alle prenotazioni e' diventata una sorta di Mission: Impossible.
    Un'impresa difficilissima perfino per i vip della Grande Mela.
    Ne sa qualcosa Jay McInerney, lo scrittore celebre per il romanzo cult degli anni Ottanta Le Mille Luci di New York: la scorsa settimana stava per ignorare una richiesta urgente di ripresentarsi al pronto soccorso dopo un'operazione al cervello perche' la Tac aveva dato esiti preoccupanti. "Ma dai, ho la prenotazione da Roscioli", aveva detto all'infermiera che lo implorava di rinunciare a un piatto di pasta (carbonara, amatriciana o cacio e pepe?) per cui era pronto letteralmente a rischiare la pelle.
    Roscioli ha aperto a settembre su MacDougal Street con la stessa ricetta alla base della gemella salumeria con cucina di Via dei Giubbonari: "Grandi ingredienti dal banco degli affettati e dei formaggi fanno un ottimo pasto". Come il Roscioli romano, anche la edizione neyorchese ha pochissimi coperti - una quarantina, di cui solo la meta' aperti alle prenotazioni - il che fa si che l'oggetto del desiderio - il menu degustazione da 130 dollari a persona - sia ancora piu' concupibile.
    "Entrarci e' impossibile", ha detto McInerney (finito sotto i ferri per una caduta in casa che gli ha prodotto ematomi al cervello). Ne sa qualcosa l'attrice Claire Danes: "Non e' stata riconosciuta e i tavoli erano pieni", ha detto al New York Post una fonte del ristorante dopo che l'attrice di Romeo+Juliet e Homeland e' stata respinta all'ingresso. Tante le celebrita' in fila per entrare: "Abbiamo premi Oscar e candidati. Vip dello sport, della politica e della televisione", ha detto un portavoce.
    Se le celebrita' hanno i loro mezzi, ad altri potenziali clienti meno famosi non e' rimasto che far ricorso ad app di condivisione delle prenotazioni come Appointment Trader. Ci ha provato Matt Rubin, un informatico che abita nella zona e che ha pagato 250 dollari per conquistare un tavolo per tre. Per poi scoprire, arrivato al ristorante, che il suo nome non era in lista: era stato truffato. 
   

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