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Tasse turistiche, ecco quanto si paga

Imposte per contrastare l'overtourism e i cambiamenti climatici

Redazione Ansa

(di Ida Bini) (ANSA) - ROMA, 26 MAR - Poco amate ma necessarie: chi viaggia sa che per il proprio soggiorno in un hotel o in una struttura turistica deve pagare una tassa. Già dall'anno scorso, soprattutto in Europa, le imposte turistiche legate al pernottamento - tassa di soggiorno - sono aumentate con prezzi variabili in base alla popolarità della destinazione, alla stagione, al numero di giorni e alle stelle dell'hotel. E nel 2024 la tendenza è di un ulteriore incremento quasi ovunque. E' di questi giorni la revisione in Senato dei criteri di applicazione della tassa di soggiorno che impegna il governo a rivedere e riordinare la legge sull'imposta, introducendo un tetto massimo del 5% affinchè l'importo sia calcolato in proporzione alla tariffa pagata anziché alla categoria dell'alloggio e che i proventi siano investiti dai Comuni, per almeno buona parte, sul turismo stesso. Perché paghiamo un extra quando viaggiamo? Tre i motivi principali: contrastare il turismo eccessivo (overtourism), sostenere e rilanciare le economie locali e creare un fondo per obiettivi ecologici che riguardano soprattutto i cambiamenti climatici. Ed è proprio quest'ultimo aspetto, il climate change, la motivazione che ha spinto le Hawaii a proporre una tassa di 25 dollari ai suoi visitatori. E' ancora una proposta di legge, voluta dal governatore Josh Green per finanziare il ripristino e la conservazione delle risorse naturali del Paese, duramente provato dai devastanti incendi dell'estate scorsa. Ma non solo: il riscaldamento e l'aumento dell'acidità degli oceani hanno danneggiato le barriere coralline e altri ecosistemi marini.
    L'anno scorso il governatore Green aveva chiesto di introdurre una tassa per i turisti - quasi 10 milioni all'anno - in visita ai parchi statali e alle aree costiere, ma senza successo.
    Quest'anno, però, l'esito sembra scontato, soprattutto dopo i tragici effetti degli incendi: le entrate generate dalla tassa sul clima, oltre a quella di soggiorno, sarebbero destinate a misure di prevenzione dei danni ambientali e alla conservazione della barriera corallina. Qualora fosse approvata, sarebbe la prima tassa di questo genere negli Stati Uniti, dove è in vigore solo la tassa di soggiorno per hotel e motel. In Europa c'è già e la prima a introdurla nel 2024 è stata la Grecia: la climate tax sostituirà quella di soggiorno e varierà a seconda del periodo. In alta stagione - da marzo a ottobre - i turisti che soggiorneranno negli hotel da 1 o 2 stelle pagheranno 1.50 euro a notte (prima pagavano 50 centesimi), 3 euro a notte, invece, per le strutture a tre stelle (prima la tassa era di 1.50 euro), 7 euro per i quattro stelle (prima 3 euro) e 10 euro per i cinque stelle (prima si pagavano 4 euro). Durante la bassa stagione, da novembre a febbraio, rimarrà la vecchia tassa sul pernottamento. La climate tax si applicherà anche agli affitti brevi prenotati sul web, da 1.50 a 120 euro a notte.
    Quasi tutti i Paesi Ue hanno aumentato le tasse di soggiorno: la Francia del 10% ma a Parigi gli aumenti possono arrivare al 200% per finanziare il trasporto pubblico, soprattutto in vista dei Giochi olimpici della prossima estate. Ad Amsterdam si pagano già le tasse di soggiorno più alte d'Europa e, per combattere l'overtourism, si pensa a un biglietto d'ingresso per i turisti giornalieri come sta facendo Venezia, che dal 16 gennaio ha introdotto un ticket di 5 euro per il turismo 'mordi e fuggi' nei periodi più affollati. Il pagamento nel centro storico di Venezia è previsto per tutti gli over 14 nei 29 giorni con il 'bollino nero' indicati dall'amministrazione lagunare: dal 25 al 30 aprile, dal primo al 5 maggio e durante tutti i weekend estivi fino al 14 luglio (tranne il 2 giugno). I controlli dei ticket saranno effettuati in stazione e a piazzale Roma, le due aree d'accesso alla città. Saranno esentati i residenti, gli studenti, i turisti che pernottano negli hotel - che già pagano la tassa di soggiorno - e i pendolari che lavorano in città.
    Anche Capri raddoppia la tassa di sbarco: dal primo aprile al 31 ottobre si pagano 5 euro invece di 2,50 per migliorare accoglienza e servizi.
    In Spagna aumentano le tasse di soggiorno Barcellona - da aprile si pagano 3,25 euro a notte - e Valencia, che introdurrà una tassa variabile da 50 centesimi a 2 euro. Quest'anno l'Islanda ha ripristinato la tassa turistica per i pernottamenti che aveva interrotto durante il covid, e introdotto la tassa sulle crociere per affrontare in modo adeguato l'impatto che le risorse naturali dell'isola hanno avuto da una presenza massiccia di turisti dal 2023. Anche i Paesi più esotici hanno introdotto o aumentato le tasse di soggiorno: a Mauritius, per esempio, si pagano 60 dollari (30 per i bambini) sui biglietti aerei e in Bhutan si pagheranno 100 dollari (50 dai 6 ai 12 anni) per entrare nel regno dell'Himalaya orientale e partecipare al progetto di sviluppo sostenibile. Infine a Bali dal 14 febbraio si pagano circa 9 dollari (150mila rupie) per soggiornare sulla paradisiaca isola dell'Indonesia. (ANSA).
   

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