Rubriche

Francesca Leone, ambasciatrice dell'arte italiana al G20

In India dal 7 al 23 agosto con le sue rose giganti

Redazione Ansa

 Sarà l'artista Francesca Leone a rappresentare l'arte italiana al prossimo G20 in India che avrà come tema 'Una Terra, una famiglia, un futuro'. Leone, scelta dal museo Maxxi su incarico del ministero della Cultura, unirà le sue opere a quelli di altri 50 artisti di tutto il mondo dal 7 al 27 agosto al Bihar Museum di Patna, nella mostra 'Together we art', che poi si sposterà al National Museum di Nuova Delhi, dal 7 settembre al 7 ottobre.
    "Sono molto onorata di questo invito - ha commentato l'artista romana all'ANSA - e ringrazio i curatori e il direttore del Maxxi che hanno pensato a me come artista". Francesca Leone, nota per l'impiego di materiali recuperati e per la sua sensibilità all'ambiente, porterà al G20 un'installazione di tre rose giganti, che rappresentano la natura, realizzate con lamiere recuperate da baracche o da edifici abbandonati. "Le rose hanno colori diversi: la prima - spiega Francesca Leone - è la più grande ed è colorata, curata; la seconda, più piccola, ha tracce di ruggine, buchi e lacerazioni, quindi è curata solo in parte. La terza è completamente arrugginita, priva di colore, dove sembrano scomparire persino le sembianze stesse della rosa.
    E' un percorso che racconta come l'artista interviene nell'opera e, allo stesso tempo, come l'uomo può intervenire nei confronti della natura". L'opera, intitolata 'Una rosa, è una rosa, è una rosa', dal verso della poetessa Gertrude Stein, porta in sé una promessa di rigenerazione attraverso il recupero e la cura: la rosa più grande ha perso le tracce della ruggine grazie al colore che l'artista le ha restituito, facendola rivivere. "Dare nuova vita, più poetica, a ciò che è stato abbandonato è sempre stata la caratteristica della mia arte - commenta Francesca Leone - i tre fiori rappresentano altrettante possibilità di cura o di abbandono e lasciano aperta la speranza di poter salvare e far rivivere la bellezza della natura prima che appassisca completamente". "Mi piace usare la lamiera perché è viva, bella, come una pelle e che stropiccio come una carta - spiega l'artista - Con la lamiera creo disorientamento: le rose sembrano di carta ma in realtà sono di ferro, sembrano leggere e invece sono pesanti". Nell'opera i significati più riconoscibili sono l'aver cura, il non lasciare andare, il dare una seconda vita a qualcosa che è stato abbandonato, abbracciando diverse sfere, dalla relazione umana alla tutela dell'ambiente, secondo la filosofia scelta dal curatore della mostra, Alka Pande, che si focalizza su tolleranza, inclusività, coesistenza pacifica ed ecologia. Temi cari all'artista romana. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it