(ANSA) - ROMA, 29 MAR - E' salato il conto che sta per
abbattersi sulla filiera vitivinicola italiana che dovrà pagare
oltre 1,1 miliardi di euro a causa dell'incremento dei costi
dell'energia e delle materie prime. Una vera tempesta dei prezzi
che intaccherà la redditività delle imprese e rischia di
comprometterne anche la capacità competitiva sui mercati
internazionali. È quanto emerge dallo studio Censis- Alleanza
Cooperative Agroalimentari 'Vino, La febbre dei costi'. "Un
carico aggiuntivo sulla redditività delle imprese che andrà a
erodere i loro margini, compromettendone anche la loro capacità
competitiva sui mercati internazionali", ha detto il
Coordinatore Vino di Alleanza, Luca Rigotti, spiegando che il
calcolo si basa sui 13,6 miliardi di fatturato 2021 della
filiera e su una variazione del 10,5% dei costi di produzione
tra febbraio 2021 e lo stesso periodo 2022.
A contribuire in modo sostanziale all'incremento dei costi,
precisa il rapporto, sono le componenti dei prodotti energetici
per una media del 31,4%, dai carburanti (+38,3%),
all'elettricità (+16,7%), ai lubrificanti (+70%). In salita del
32,3% anche fertilizzanti e concimi utilizzati nella
coltivazione. Impennata anche per i materiali di confezionamento
e imballaggio, che tra gennaio 2021 e lo stesso mese del 2022,
quindi al netto degli effetti della guerra, vedono il vetro
crescere dell'8,5%, il sughero del 9,4%e la carta fino al 30%. A
tutto questo, ha proseguito Rigotti, si aggiunge il nodo della
reperibilità e dell'approvvigionamento dei materiali. Da qui la
necessità di trovare nuovi strumenti, sulla linea di quelli già
emanati dal Governo, "per cercare di mitigare gli effetti della
crisi e non perdere ulteriori margini di competitività", ma
anche che "l'Ue intervenga per mettere un tetto condiviso al
prezzo dell'energia e del gas, valutando la possibilità di
svolgere il ruolo di acquirente unico sul mercato". (ANSA).
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Vino: da energia a materie prime 1,1 mld di costi in più
Studio Censis- Alleanza Coop, intaccherà redditività imprese