(ANSA) - ROMA, 16 FEB - Il vino si autotroproduce e senza
interventi chimici: lo sta sperimentando nella terra dei più
grandi vini italiani, la Toscana, il giovane enologo Jacopo
Vagaggini che ha avviato una nuova produzione. Un vigneto 5.0.
Si tratta di un vigneto sperimentale nell'azienda di famiglia,
Amantis, con una densità di impianto di 20.000 ceppi per ettaro,
circa 4 volte quella di un vigna tradizionale. Questo vigneto è
oggi capace di produrre senza il minimo intervento chimico e
meccanico.
"L'idea di questo vigneto - spiega una nota - nasce dalla
voglia di sottoporre la vite a condizioni di stress
elevatissimo, come accade quando si aumenta drasticamente la
competizione tra le piante per l'approvvigionamento di acqua e
sostanza nutritive.
Le piante, allevate ad alberello ad una distanza di 0,7m x 0,7m,
necessitano pochissima lavorazione, soltanto manuale: i tralci
vengono potati in inverno e legati in primavera. Null'altro.
Il terreno non viene lavorato; l'erba cresce pochissimo, frenata
dalla forte competizione con le viti. Inoltre, non essendoci
passaggio di pesanti macchine agricole, il suolo non si compatta
mai, favorendo la naturale ossigenazione e l'assorbimento di
acqua piovana.
I trattamenti non sono necessari; la disposizione delle piante
fa sì che su tutti e 4 gli angoli della vite si formino delle
correnti d'aria che mantengono l'uva asciutta e sana.
Si tratta quindi di una vigna super-ecofriendly, in quanto per
la sua lavorazione non c'è emissione di carburanti né utilizzo
di prodotti chimici.
Lo stesso trend è applicato in cantina, dove le uve vengono
lavorate con il minor intervento possibile, chimico e meccanico,
sempre nel rispetto di un prodotto di qualità.
Vagaggini spiega: "Ho sempre sognato una vigna capace di
sfruttare al meglio le incredibili risorse delle viti. Negli
ultimi tempi le piante si sono molto indebolite a seguito
dell'utilizzo eccessivo di prodotti chimici e di trattamenti
meccanici. Con questo vigneto, che da tempo studio, ho adottato
un approccio diverso, lo stesso che ho utilizzato nel corso
delle mie tante esperienze all'estero: l'arte di sapersela
cavare da soli.
Il risultato è sorprendente: le viti sono capaci di gestirsi in
maniera praticamente autonoma, garantendo produzioni regolari e
di qualità elevatissima". (ANSA).
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Vino: in Toscana si punta a vigneto 5.0, è 'autonomo'
Enologo Vagaggini,nessun prodotto chimico per nostra produzione