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Federvini,abolire contrassegno Stato per bevande spiritose

Federazione chiede di ripartire senza aggravi inutili

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 GIU - "Il contrassegno di Stato è un prodotto della burocrazia "made in Italy" del quale però non possiamo andare per nulla fieri. Chiediamo di poter ripartire senza aggravi inutili, l'abolizione del contrassegno rappresenta un segnale importante, non solo per noi ma in generale per tutto il Paese. Permettiamo alle aziende di fare impresa e mettiamo in soffitta vecchie pratiche inutili che ottengono l'unico risultato di rallentare e appesantire ulteriormente la loro ripartenza".A dichiararlo è Micaela Pallini, presidente Gruppo Spirits di Federvini, nel quadro di un'analisi della federazione su "Decreto liquidità e decreto rilancio". "Iniziative- precisa Federvini- pensate per rilanciare il Paese con due assi portanti comuni, sburocratizzazione e semplificazione". Nel particolare la federazione spiega in un nota che "per le aziende del settore degli spiriti non cambia nulla, in uno scenario già in parte compromesso dai dazi Usa sui prodotti italiani, ben prima dell'avvento della pandemia che ha bloccato tutto e tutti". Viene aggiunto che "il contrassegno di Stato, retaggio risalente a quasi un secolo fa, sopravvive ben saldo ancora oggi". "Si tratta- incalza Federvini- di un non senso storico, che non ha nessuna ragione concreta e reale per perpetuarsi di governo in governo, di legislatura in legislatura". Si specifica inoltre che "in origine aveva due scopi, dimostrare di aver ottemperato all'esborso dell'accisa e permettere la tracciabilità del prodotto. Attualmente, il pagamento dell'accisa viene di fatto dimostrato digitalmente, senza bisogno di ricorrere al contrassegno, e, quanto alla tracciabilità le nuove regole sulle informazioni al consumatore offrono garanzie ben maggiori"(ANSA).

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