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Coronavirus: Sartor (Ruffino), bene misure vino ma più fondi

Non svalutare comparto con immissioni massicce ultima vendemmia

La Toscana di Ruffino

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 5 MAG - Con il lockdown per l'emergenza coronavirus e la chiusura del canale di vendita Ho.re.ca per il comparto del vino "il momento è difficile, ma noi pensiamo di ridurre le perdite perché non abbiamo fatto mai mancare il prodotto sugli scaffali e nella comunicazione social, così da non sparire dalla testa dei consumatori. Ci stiamo convertendo al bio e fortunatamente sono continuati ad arrivare ordini dal Nord Europa e Canada, dove i monopoli di stato non hanno subito stop, e dalla grande distribuzione". Lo ha detto il general manager Ruffino Sandro Sartor in una conferenza stampa, versione virtuale, sulla resilienza del brand toscano che nel 2019 ha prodotto 33 milioni di bottiglie con fatturato pari a 133 milioni di euro, in crescita del 21%.

"Al governo - ha detto l'esperto ceo - chiedo finanziamenti adeguati sulle misure ben individuate dalla filiera. Bene dunque la distillazione di crisi, Ruffino non la farà ma è utile a togliere eccedenze. Anche la "vendemmia verde" è una buona misura ma un'azienda, tanto più in questa fase di crisi, non può pagare metà dei costi sostenuti. Interessante - ha sottolineato Sartor - il finanziamento agli stock da invecchiamento per le aziende vitivinicole che si trovano a corto di liquidità. Un tasso zero per un periodo predeterminato farebbe coniugare il presente con il futuro consentendo la sopravvivenza almeno per due anni dell'impresa. Le misure individuate dunque sono giuste ma i fondi insufficienti.

Anche sull'occupazione vanno pensate misure per assumere: non tanto la Cig ma condono del carico fiscale a quegli eroi che assumono pagando solo il netto al lavoratore". Come produttori "per la ripartenza - ha concluso Sartor - non va svenduto il comparto. 

. Voglio sperare che non si dia il via all'immissione massiccia di vino che andrebbe a svalutare prezzi e immagine. Piuttosto va ripensato il consumo a casa. Negli ultimi anni abbiamo esaltato troppo il fuori casa ma non va persa l'abitudine di bere vino a pasto, moderatamente ma nel quotidiano. Un buon bicchiere dunque, in ogni circostanza". (ANSA)

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