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Vino, filiera chiede confronto su 4 azioni salva-settore

Tra le proposte alcol di emergenza Covid e vendemmia verde

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Redazione Ansa

La filiera del vino, che unisce le associazioni di categoria Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative Italiane, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi - torna a scrivere al Ministro delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, Teresa Bellanova, per avanzare proposte che riguardano il sostegno del mondo agricolo e vitivinicolo in particolare.

La filiera, in una nota congiunta, chiede l'avvio di un confronto immediato con l'obiettivo di individuare al più presto una strategia di sostegno e rilancio del settore, uno dei comparti agricoli più rilevanti per l'economia italiana.

Nello specifico, sono quattro le ipotesi avanzate dal mondo del vino per far fronte all'impatto dell'emergenza sul mercato vitivinicolo, in particolare nel segmento on-trade e nella vendita diretta in cantina, caratterizzato da una riduzione delle vendite.

La prima proposta riguarda l'uso dell'alcol per l'emergenza con l'opportunità per i produttori vinicoli di destinare vino da tavola in giacenza alla distillazione, al fine di ricavarne alcol ad uso medicale, a disposizione della Protezione Civile. Andrebbe inoltre fissata una misura di distillazione, volontaria e non obbligatoria, per far fronte alle giacenze e alla potenziale mancanza di capienza nelle cantine per le uve e i mosti per la prossima vendemmia. Le organizzazioni propongono anche la misura della vendemmia verde. La filiera auspica che la misura possa essere attivata dalle regioni, con l'obiettivo di ridurre la produzione per la successiva campagna vendemmiale e data la mancanza di forza lavoro nella fase dell'anno nella quale la vendemmia verde è normalmente attivata (mese di giugno), il mondo del vino chiede inoltre lo spostamento del calendario, dando la possibilità di esercitarla anche nel mese di luglio.

L'ultima richiesta della filiera riguarda invece la possibilità, per alcune produzioni vitivinicole temporaneamente eccedenti o con difficoltà di sbocco sul mercato, di ricorrere all'ammasso privato per una parte del quantitativo in giacenza.

Questa misura potrebbe essere di supporto per alcune produzioni da invecchiamento che non troverebbero subito mercato nei mesi estivi quando auspicabilmente potrebbe riaprire il canale horeca.

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