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Per Galilei vino è "sangue della terra" e conforto in esilio

Esperto Università di Bologna illustra lo scienziato enoappassionato

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA - Galileo Galilei, fondatore della scienza moderna, ebbe con il vino - da lui poeticamente definito come "sangue della terra" e "luce del sole mescolata con l'umido della terra" - un legame profondo. A svelare la passione per il mondo agricolo e per il "nettare divino" del rivoluzionario accademico toscano sarà, sabato 21 nell'ambito della rassegna Astino Incontri 2019 organizzato da Fondazione Mia in collaborazione con Seminario Permanente Luigi Veronelli presso il Complesso Monumentale di Astino (Bergamo), Alberto Natale, studioso di letteratura e di antropologia alimentare del Centro Studi Piero Camporesi, Università degli Studi di Bologna.

"Negli ultimi anni di vita, dal 1631 al 1642, a seguito del ben noto processo per eresia, il celebre scienziato - racconta Natale - visse agli arresti domiciliari nella sua dimora di Arcetri alle porte di Firenze, trovando sollievo alle tristezze della vecchiaia e della solitudine nella viticoltura, nello studio dell'idraulica della vite e nella produzione di vino con l'unica saltuaria compagnia della figlia Maria Celeste, monaca di clausura".

L'esposizione del professor Natale sarà accompagnata dalla degustazione di tre vini selezionati e presentati da Andrea Bonini, Direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli e Coordinatore dell'Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli.(ANSA).

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