(ANSA) - PAVIA, 11 MAG - Acque agitate nel mondo della
vitivinicoltura pavese. Una quindicina di aziende hanno deciso
di dimettersi dal Consorzio tutela vini dell'Oltrepò Pavese,
lamentandosi per una politica che ritengono troppo legata a
schemi passati.
A prendere questa decisione sono stati i dirigenti di
Monsupello, Scuropasso, Rebollini, Terre del Lago, Tenuta
Elisabet, Cantine Bertelegni, Rossetti&Scrivani, Forlino, Casa
Guerci, Finigeto, Cascina Lupo, Picchi, F.lli Guerci, Torrevilla
ed altri ancora, che si sono riuniti all'azienda Torrevilla,
nella sede di Torrazza Coste (Pavia), sottoscrivendo le lettere
individuali di dimissioni irrevocabili dal Consorzio.
"In assemblea si è concretizzata una vera e propria
restaurazione - dichiara Massimo Barbieri, presidente di
Torrevilla -: il tentativo di cambiamento dal basso, proponendo
politiche di rinnovamento orientate alla ricerca della qualità,
che anche i recenti scandali avevano fatto prepotentemente
emergere, si è purtroppo interrotto bruscamente. L'accordo tra
pochi grandi operatori è tornato a prevalere grazie alle logiche
antiche dei voti ponderati. A questo ritorno al passato noi non
ci stiamo perchè siamo pronti e desiderosi di confrontarci con i
mercati dimostrando che l'Oltrepò è terra di grandi prodotti;
non vogliamo più essere famosi solo per i grandi numeri".
Già nei giorni scorsi, Barbieri aveva preannunciato
pubblicamente la scissione "se si fosse persa quest'ultima
opportunità di discontinuità con il passato". La quindicina di
aziende che si sono dimesse, alle quali potrebbero seguirne
altre a breve, totalizza circa il 15% della produzione
complessiva in Oltrepò per oltre 1000 ettari vitati. La prima
conseguenza delle dimissioni è rappresentata dalla perdita da
parte del Consorzio della qualifica di "erga omnes", ovvero del
ruolo di controllo e vigilanza delle produzioni nel territorio.
(ANSA).
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Vino, 15 aziende si dimettono da Consorzio Oltrepò Pavese
In polemica per una gestione "troppo legata al passato"