(ANSA) - CATANZARO, 16 APR - "Dopo l'inaugurazione, ieri,
dello spazio della Calabria con Joe Bastianich e il presidente
della Regione Mario Oliverio, oggi nello stand al padiglione 12
di Vinitaly 2018 è stato il giorno delle tradizioni vitivinicole
calabresi, da difendere e raccontare per preservare il
patrimonio storico del territorio e utilizzarle come leva di
promozione turistica". Lo riferisce un comunicato dell'ufficio
stampa della Giunta regionale della Calabria.
"Quella della coltivazione della vite in Calabria - si
aggiunge - è una storia millenaria, come testimonia il tipico
allevamento ad alberello, che si fa risalire a una popolazione
che abitava la striscia di terra tra Tirreno e Ionio prima della
colonizzazione greca: gli Enotri, da cui l'impianto prende il
nome. Si tratta di un sistema oggi non più utilizzato, dato che
ha un sesto di un metro per un metro e non consente l'ingresso
di macchine agricole tra i filari. Inoltre, la produzione di
queste vigne è minore in quantità rispetto agli impianti moderni
(1-1,5 Kg di uva per pianta), anche se la qualità delle uve è
ritenuta dagli esperti superiore. Negli ultimi anni molti
vigneti ad alberello con palo secco o a canna sono stati
espiantati. Per questo Magna Grecia LifeStyle ha realizzato un
progetto con l'obiettivo di candidare l'alberello enotrio a
patrimonio immateriale dell'umanità Unesco, prestigioso
riconoscimento ottenuto qualche anno fa dall'alberello
strisciante di Pantelleria. La Regione è interessata al progetto
e sta valutando se ci sono le condizioni per presentare la
candidatura".
"I luoghi più suggestivi della Calabria - si afferma ancora
nel comunicato - sono stati poi al centro della degustazione
ispirata al viaggio che lo scrittore Mario Soldati ha compiuto
in questa terra nel 1975, descritto dall'autore torinese nel
libro 'Vino al Vino'. Nel testo Soldati si lamentava per l'alto
grado alcolico dei vini calabresi, lui, abituato ai più delicati
piemontesi. Invece Matteo Gallello, caporedattore e
organizzatore dell'attività didattica di 'Porthos', ha spiegato
come l'alcolicità dei vini calabresi porti in dote le
caratteristiche del territorio variegato di questa terra: dal
Tirreno allo Ionio, dall'Aspromonte alla Sila, dal Pollino alla
piana di Gioia Tauro. Peculiarità che la moderna viticoltura
calabrese vuole mantenere e diffondere. I grandi rossi calabresi
sono stati al centro anche di una degustazione condotta dal
critico enoico e storico dell'arte Armando Castagno articolata
in due indagini parallele: una sul percorso artistico e umano
del "cavaliere calabrese" Mattia Preti (1613-1699), tra i più
originali interpreti del linguaggio caravaggesco, e l'altra su
sei vini rossi di Calabria, degustati con speciale attenzione
alla loro capacità di evocazione dei contrasti delle opere del
grande autore calabrese". (ANSA).
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Vinitaly: il giorno delle tradizioni vitivinicole calabresi
"Difenderle per tutelare patrimonio storico del territorio"