Rubriche

Ismea, salgono i vini bianchi e rosati e i Consorzi confermano

Trend su consumi e mercati nello stand di Confagri

Redazione Ansa

Tendenza generale positiva per i vini bianchi e rosati che arrivano al 50% delle scelte e una diminuzione dei vini rossi fermi al 38%. E' il cambiamento in atto nella produzione e nelle preferenze dei consumatori fotografato in un'analisi di Ismea presentata da Tiziana Sarnari nello spazio di Confagricoltura alla 56esima edizione di Vinitaly, nell'ambito di un talk che ha raccolto le voci di alcuni Consorzi di riferimento. Una fotografia generale, quella di Ismea, confermata da Francesco Mazzei, presidente di Avito, che raggruppa tutti i 22 consorzi della Toscana e 58 denominazioni. "La Maremma", spiega Mazzei, soffermandosi su alcune denominazioni - chiude con un segno positivo proprio perché trainata dal Vermentino che abbiamo saputo valorizzare".

Dal Friuli Michelangelo Tombacco, vicepresidente della Doc Friuli, segnala che lo straordinario andamento dei vini spumanti ha cambiato la visione degli stessi imprenditori. "I consumatori apprezzano vini più leggeri e più freschi - precisa Tombacco - la nostra regione, nell'ambito dei bianchi, è conosciuta soprattutto per Prosecco e Pinot Grigio delle Venezie, ma la collina continua a fare vini important come il Ribolla che il mercato apprezza". Dalle Marche il presidente dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Michele Bernetti, conferma che il grande lavoro svolto in questi anni sta premiando la denominazione Castelli di Jesi, che, pur avendo una superficie nel complesso limitata, ha acquisito valore. "Per la prima volta, inoltre, i bianchi strutturati - segnala il presidente - hanno acquisito un pregio analogo a quello dei grandi rossi nella percezione del pubblico". Per quanto riguarda i rossi, Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, sottolinea la forza della denominazione che "rappresenta appena l'8% del Veneto ma è trainante. Sebbene abbiamo chiuso il 2023 in netto calo rispetto all'anno precedente - fa sapere Marchesini - in questi ultimi due anni è aumentato il valore medio della dop, premiando il lavoro dei produttori. Nel 2024 partiamo in difficoltà, ma siamo fiduciosi perché ci sono segnali di una leggera ripresa".

Federico Castellucci, presidente della Federazione Vino di Confagricoltura ricorda infine che "i rossi hanno perso l'8% di esportazione, pertanto gli investimenti si confermano una scelta irrinunciabile per stimolare la domanda, cercando di promuovere modelli di consumo anche innovativi". 
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it