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Il pollo romagnolo diventa presidio Slow Food

Salgono a 19 i prodotti regionali certificati dall'associazione

Redazione Ansa

La rosa dei prodotti dell'Emilia-Romagna presidio Slow Food si arricchisce e da oggi include anche il pollo romagnolo. Razza "molto rustica e antica", spiega l'allevatore di Mercato Saraceno (Forlì-Cesena), Stefano Tozzi, il pollo romagnolo "è molto vicino al fagiano, preferisce vivere all'aperto, sopportando bene le intemperie, e si arrampica sulle piante per nascondersi dai predatori". Anche la sua carne è "molto saporita". Dopo aver rischiato l'estinzione, adesso il pollo romagnolo è tutelato da Slow Food.

"Siamo molto orgogliosi che il pollo romagnolo sia diventato il 19esimo presidio dell'associazione - dice l'assessore regionale all'Agricoltura Alessio Mammi - Con Slow Food il rapporto è positivo e condividiamo la visione del cibo non come commodity ma come grande patrimonio culturale". Tra i punti in comune, anche l'impegno "per salvaguardare sempre di più la biodiversità e l'ambiente". Per questo è stato di recente rinnovato fino al 2025 il protocollo d'intesa tra Regione e associazione per la realizzazione di iniziative che valorizzano il patrimonio rurale ed enogastronomico regionale.

 "Le razze autoctone sono cruciali per conservare la biodiversità degli ecosistemi, per rendere possibili allevamenti su territori marginali e realizzare piccole economie locali", spiega Raffaella Ponzio, responsabile Presìdi Slow Food Italia.

"Il pollo romagnolo è una delle 40 razze autoctone italiane - continua - che in pochi conoscono. Quello che cerchiamo di fare con i presidi è sostenere gli allevatori che finora le hanno allevate per passione. Ci piace pensare che la zootecnia non sia solo intensiva - conclude - ma anche un modo fare allevamento più naturale". Tema che è anche al centro dell'edizione di Terra Madre 2024.
   

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