(ANSA) - TORINO, 18 SET - Troppi punti oscuri nelle carni
suine europee lavorate che si fregiano delle denominazioni dop o
igp. Lo rivela una ricerca sui disciplinari di produzione
condotta da Slow Food, presentata nella giornata inaugurale di
Cheese. L'indagine, che segue di due anni quella dedicata ai
formaggi, rivela che oltre i tre quarti (76,7%) delle 176 dop e
igp dei salumi europei non contengono indicazioni sul luogo di
nascita dei maiali né limitazioni delle aree. "Il quadro che
emerge è sconfortante e fortemente disomogeneo - spiega Chiara
Palandri, autrice della ricerca - perché in molti casi i
disciplinari lasciano deregolamentati aspetti che secondo noi
non dovrebbero esserlo" Oltre il 95% della produzione europea
di carne suina è stato ricordato - "ruota intorno a poche razze,
selezionate geneticamente per le loro prestazioni in modo da
aumentare la redditività dell'azienda".
Dei 176 disciplinari analizzati, 79 (il 44,9%) non fanno
riferimento ad alcuna razza suina specifica e 30 (il 17%)
indicano l'utilizzo di razze cosmopolite, come la large white,
la landrace e il duroc. Le denominazioni più virtuose, cioè i
disciplinari che richiedono l'utilizzo di razze autoctone, sono
concentrate in Portogallo, Spagna e Francia. La ricerca ha
evidenziato per oltre la metà delle igp o dop (89 casi, pari al
50,6% del totale) non vi è alcuna indicazione in merito
all'origine delle carni. Altri 74 disciplinari (il 42%)
prevedono invece che i suini utilizzati per la produzione dei
trasformati debbano essere almeno allevati nell'areale di
produzione e, di questi, 41 (il 23,3%) richiedono che i suini
siano non solo allevati ma anche nati entro lo stesso areale.
Ombre anche sulle tecniche di allevamento: 127 disciplinari (il
72,2% di quelle complessive) consentono qualsiasi pratica che
non sia vietata dalla legge nazionale o europea. Le eccezioni,
anche in questo caso, riguardano Portogallo, Spagna e Francia,
Presa in esame nella ricerca anche l'alimentazione dei suini:
119 disciplinari su 176 (67,6%) non contengono indicazioni circa
l'origine, e tutti tranne non offrono riferimenti circa
l'utilizzo di Ogm. Il pascolo, infine, è un miraggio per i
suoni: soltanto 46 disciplinari su 176 (il 26,1% del totale)
prevedono il pascolamento degli animali. Anche in questo caso in
Francia, Spagna e Portogallo. (ANSA).
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Slow Food, punti oscuri in 76% salumi igp o dop della Ue
Ricerca evidenzia assenza di indicazioni in etichetta