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Masi,'con il cambiamento clima Amarone deve avere i cru'

La storica azienda veronese propone aree top, le Uga

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 17 APR - I cambiamenti climatici diventano un fattore critico anche per il vino, richiedono strategie di adattamento ma possono anche offrire opportunità. "Possono influenzare i 'terroir' e la qualità del vino, con una possibile variazione delle aree di produzione storica" e costringere enologi e produttori di vino a "cercare strategie di adattamento e nuove opportunità". Sono le conclusioni del Gruppo Tecnico Masi, coordinato da Raffaele Boscaini, e presentate al 34esimo Seminario organizzato in occasione di Vinitaly dal titolo "I grandi cru di Amarone".
    "Dagli anni '50 Masi è stata pioniera nel valorizzare in Italia il concetto di cru (termine di origine francese che denota un vino proveniente da un singolo vigneto di cui trae il nome) - racconta il presidente Sandro Boscaini - selezionando, attraverso approfondite ricerche pedoclimatiche e storiche, i pregiati vigneti Campolongo di Torbe, Mezzanella e Mazzano, che danno il nome agli omonimi vini, massima espressione della Valpolicella Classica".
    "Il cambiamento climatico pensiamo potrebbe portare i suoi effetti sulla vite, sulla bacca e sul suolo e modificandone il profilo aromatico del vino" spiega il docente universitario di viticoltura, Attilio Scienza e suggerisce, in considerazione di questo di "pensare in futuro a una eventuale modifica del disciplinare, sostituendo le varietà attuali con altre meglio adattabili, stabilendo delle 'uga', unità geografiche aggiuntive', le cosiddette 'cru all'italiana', già adottate dai Consorzi del Barolo, del Prosecco Superiore e del Chianti.
    (ANSA).
   

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