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Stefano Girelli presenta a Milano il suo Venedda

Verticale 2016/2022 del bianco siciliano

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 29 MAR - All'inizio degli anni 2000 Stefano Girelli, di origine trentina, si innamora perdutamente della Sicilia e, in particolare, del territorio vinicolo di Vittoria, in provincia di Ragusa. Un territorio quasi inesplorato, con potenzialità enologiche straordinarie e una conformazione perfetta per applicare le medotologie di coltivazione biologiche.
    Girelli acquista l'azienda Cortese, una delle più antiche, risalente al 1697, laddove cresce il vitigno "Frappato". Poco tempo dopo, una seconda acquisizione, quella della tenuta Santa Teresa. Le due realtà contano oggi 75 ettari vitati con i principali vitigni autoctoni. Due aziende con terreno e clima diversi a solo otto chilometri di distanza e con due differenti biodiversità. "Il metodo bio consente alla natura di esprimersi secondo le annate e le viti sviluppano un sistema immmunitarioo coerente con il territorio" sottolinea Girelli.
    Una agricoltura sostenibile con investimenti importanti in fitodepurazione, con tre laghi artificiali, nella raccolta sistematica delle acque piovane, nella produzione del compostaggio e nell'autonomia energetica.
    Questo oggi è Azienda Agricola Cortese, eccellente espressione della viticoltura della Sicilia orientale. Recupero di vitigni antichi come "Orisi" solo 1523 piante che producono circa 2000 bottiglie. Piccole nicchie di grande qualità.
    Gemma della corona di Cortese e il bianco Venedda. Il 2016 è il primo anno di vendemmia di questo blend di Catarratto Lucido, Grillo e piccola parte di Fiano. Grande lunghezza, longevità e maturità con una vinificazione quasi in rosso.
    Una sfida enologica condotta in modo naturale.
    Linea stilistica di Venedda è di grande eleganza e identità. I profumi ottimamente declinati portano ad una sinfonia olfattiva che rappresenta il terroir. Il sorso regala emozioni e completa espressività. La struttura intensa e vellutata non toglie la freschezza e un'intrigante sapidità. Perfetto l'abbinamento con la cucina di grande eleganza del ristorante "BA", cultura cinese e contemporanea concretezza. In cucina il talento dello chef Bryan Hooi, la cantina nelle sapienti mani di Marco Spini. Il tutto con la guida illuminata di Marco Liu, maestro dell'accoglienza. (ANSA).
   

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