(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Nonostante i passi in avanti compiuti
negli ultimi anni a livello comunitario e nazionale, fino ad
oggi circa 1/5 della spesa degli italiani resta anonima. E'
quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione
dell'entrata in vigore dell'obbligo di indicare in etichetta
l'indicazione di provenienza su salami, mortadella e prosciutti.
Un provvedimento per sostenere il vero Made in Italy e
smascherare l'inganno della carne straniera spacciata per
italiana, con la scadenza il 31 gennaio della proroga di due
mesi concessa dal Ministero dello Sviluppo economico per la
piena applicazione del Decreto interministeriale sulle
Disposizioni per "l'indicazione obbligatoria del luogo di
provenienza nell'etichetta delle carni suine trasformate".
La norma consente di estendere il paniere dei prodotti
alimentari che sugli scaffali devono indicare in etichetta
l'origine della materia prima impiegata, che tuttavia - denuncia
la Coldiretti - resta sconosciuta in molti casi, dai succhi di
frutta alle marmellate, dai legumi in scatola alla frutta secca
sguisciata, dal pane ai biscotti, senza dimenticare l'esigenza
di arrivare anche nei ristoranti ad indicare la provenienza
della carne e del pesce serviti a tavola.
Un bisogno di trasparenza che è cresciuto nel tempo della
pandemia che ha modificato i consumi alimentari degli italiani,
spingendo verso i prodotti locali e certificati il 70% delle
persone, secondo l'indagine realizzata dall'EngageMinds Hub, il
Centro di ricerca dell'Università Cattolica. (ANSA).
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Un quinto degli alimentari senza indicazione di provenienza
Coldiretti: obbligo per salumi, ma restano fuori altri prodotti