(ANSA) - CASERTA, 29 DIC - "Chiuderemo il 2018 toccando un
record storico per la mozzarella di bufala campana Dop, quello
dei 50 milioni di chili prodotti in un anno, che confermano un
trend di crescita ormai consolidato. Il prodotto piace ed è
sempre più richiesto, ma è necessario nel 2019 aumentarne la
redditività per i produttori, perché alla domanda deve
corrispondere un prezzo adeguato". Al cospetto di numeri e
performance sempre più positive, che pongono la mozzarella di
bufala campana al quarto posto in Italia tra le Dop per quantità
prodotta - nel 2018 il comparto è cresciuto del 5%, negli ultimi
tre anni del 20% - il direttore del Consorzio di Tutela Pier
Maria Saccani guarda al futuro immediato, al 2019, con un
obiettivo ben preciso: "continuare a puntare sulla qualità,
perché è la nostra cifra caratteristica e immediatamente
riconoscibile al pubblico dei consumatori, e in questo modo far
crescere il fatturato del comparto".
Un comparto in salute, dove i giovani sono sempre di più e
"apportano una visione moderna e dinamica", e dove le aziende
che aderiscono al consorzio aumentano; nel primo trimestre 2016
i caseifici erano poco più di 80, mentre oggi sono oltre 100.
Ma per far crescere realmente il comparto, è necessario
eliminare le "asimmetrie" che si creano in un settore
indissolubilmente legato al territorio, ai cicli della natura;
"ormai da tempo - spiega Saccani - assistiamo ad un aumento del
prezzo del latte di bufala, dovuto alla circostanza che la
produzione di latte non aumenta; in un anno il prezzo è
cresciuto di 15-20 centesimi di euro al litro, ed oggi costa in
media 1,50 euro al litro. La mozzarella che si ricava dal latte
ha invece sempre lo stesso prezzo all'ingrosso". Capita dunque
che i produttori paghino il latte a peso d'oro ma rivendano la
mozzarella, per esempio alla grande distribuzione, ad un prezzo
che è quello di qualche anno fa, ricavandoci sempre di meno
visto l'alto costo della materia prima. "L'aumento del prezzo
della mozzarella all'ingrosso - aggiunge Saccani - dovrebbe
attestarsi sugli 80 centesimi al chilo per garantire margini di
profitto adeguati, che permettano ai produttori di continuare ad
investire sulla qualità". Qualità vuol dire anche prezzo più
consono all'unicità del prodotto, che non si traduce
necessariamente in un aumento per i consumatori finali.
"La mozzarella di bufala Dop - sottolinea Saccani - deve
avere lo stesso trattamento che hanno i prodotti Dop più
importanti, come il Grana Padano, il Parmigiano o il Prosciutto
crudo; anche la Grande distribuzione deve comprendere che si
tratta di un'eccellenza e come tale va venduta". Ma non è solo
la grande
distribuzione, dove già viene venduta oltre il 40% della Dop
prodotta,
a guardare con sempre maggiore interesse il comparto. L'export
continua a rappresentare un volano fondamentale per la crescita;
circa un terzo del prodotto finisce nei Paesi dell'Ue, ma anche
negli Usa, da poco in Cina, e si guarda ai mercati arabi, dove
però il problema è la logistica, con i trasporti che hanno alti
costi trattandosi di un prodotto fresco. Altro obiettivo del
Consorzio è rafforzare la vigilanza contro le frodi e le
contraffazioni, specie quelle che si fanno all'estero, dove la
mozzarella di bufala campana Dop è richiesta ma anche molto
imitata. Alla politica, il Consorzio chiede un'attenzione
dedicata: "Se Dop e Igp costituiscono punte di diamante
dell'economia italiana, come tutti i politici dicono, ci
vorrebbe allora una struttura adeguata a livello politico per
gestirla, penso ad una cabina di regia - conclude Saccani - tra
ministri o ad un altro strumento del genere che velocizzi
decisione e procedure".
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Per Mozzarella di bufala Dop il 2018 è anno record
50 milioni di chili prodotti, mai così tanto