(ANSA) - ROMA, 4 NOV - Una produzione mondiale che si prevede
si attesti su 3 milioni di tonnellate, con un aumento del 22%
rispetto alla campagna olearia allo scorso anno: è la fotografia
che emerge dalla riunione del Coi (Consiglio oleicolo
internazionale) svoltasi ieri a Madrid e frutto
dell'elaborazione dei dati provenienti dai diversi Paesi per la
campagna olivicola appena aperta. Lo rendono noto Assitol e
Federolio.
"Le previsioni del Coi, secondo cui la produzione italiana
potrebbe raggiungere le 350mila tonnellate, segnando un +58%
rispetto alla disastrosa campagna del 2014/2015, è un segnale di
speranza per tutto il settore, che ha pesantemente sofferto
della scarsa quantità e qualità della produzione nazionale,
flagellata dalla mosca olearia in tutta Italia e dalla Xylella
in Puglia", afferma Giuseppe Masturzo, presidente di Federolio,
Federazione nazionale del commercio oleario. "Questa prima fase
della campagna appena iniziata lascia ben sperare sia in termini
di quantità che di qualità dell'olio, il che gioverebbe non solo
agli operatori del settore, costantemente alla ricerca di
materia prima e di qualità, ma anche al consumatore, che potrà
beneficiare di positive ripercussioni sui prezzi" - prosegue
Masturzo.
"Le previsioni del Coi sono uno spiraglio di luce di cui tutti
in questo settore avevamo bisogno. Su questo però non ci
dobbiamo adagiare, perché da sempre, lo sappiamo, l'Italia ha un
grave deficit produttivo, pur essendo il secondo Paese al mondo
dietro la Spagna, che si stima produrrà circa 1milione e 200mila
tonnellate, facendo segnare un +38% rispetto allo scorso anno" -
commenta Giovanni Zucchi, presidente di Assitol, Associazione
italiana dell'industria olearia. "Modernizzazione della
produzione, miglioramento della competitività e tutela della
qualità devono dunque continuare a essere le priorità del
settore, perché solo così si potrà fare dell'Italia un player
sempre più in grado di coprire il fabbisogno interno di olio di
oliva e quello necessario alle esportazioni, in un mercato
globale dove tutti i Paesi dell'area mediterranea continuano ad
incrementare la quantità e la qualità delle loro produzioni" -
conclude Zucchi.
La produzione nazionale è, infatti, fortemente insufficiente
a coprire il fabbisogno interno e quello necessario alle
attività di export, pari complessivamente a 1 milione di
tonnellate. Se infatti si considera che il consumo interno di
oli da olive si attesta intorno alle 600mila tonnellate e che
circa 400mila sono le tonnellate di cui le nostre aziende hanno
bisogno per quell'attività di export che fa dell'Italia il primo
Paese esportatore di olio da olive in confezioni (con un valore
pari a oltre 1 miliardo di euro per la bilancia commerciale
italiana), ben si comprende - sottolineano Assitol e Federolio -
come sia da sempre strutturalmente indispensabile selezionare
anche in mercati esteri l'olio che la produzione nazionale non è
in grado di fornire.
Sul tema della tracciabilità, infatti, Assitol e Federolio
ricordano come la garanzia di trasparenza sull'origine del
prodotto sia stata ancor più rafforzata con l'entrata in vigore,
dal 13 dicembre scorso, dell'obbligo di mettere l'indicazione di
origine nel fronte principale delle bottiglie di extra vergine
di oliva (indicazione peraltro già precedentemente prevista
seppur in forme diverse). Un ulteriore passo in avanti che le
Associazioni auspicano - conclude la nota - possa realizzarsi
nel prossimo futuro è quello di fare dell'etichetta lo strumento
principe per valorizzare i prodotti di qualità, dando alle
aziende la possibilità di raccontare il prodotto, con le sue
peculiarità e caratteristiche, la sua storia, cosa che ad oggi
non è purtroppo consentita dalla legislazione europea.
(ANSA).
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Assitol e Federolio,stime Coi positive,+22% produzione mondo
Per l'Italia atteso balzo, +58%