Terra e Gusto

Vino: se ne scrive da millenni, ora ha un Festival Letterario

Autori e aziende a confronto sulle colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene

Redazione Ansa

Nella letteratura di tutto il mondo non mancano certo poeti e scrittori che parlano di vino dalla notte dei tempi. Orazio, a cui si devono il "Nunc est bibendum" oltre al "Carpe iem", ad esempio, già nell'antichità classica stabilisce una sorta di legame tra un vino e un territorio celebrando il Massico campano. L'Ulisse di Omero riesce a stordire il ciclope e a sottrarre se stesso ed i compagni dalla prigionia inebriandolo con una grande coppa di vino e, in epoche più recenti, i riferimenti alle vigne e al vino sono innumerevoli in Alessandro Manzoni. Nei Promessi Sposi, per citare un solo passaggio, Padre Cristoforo è quasi costretto ad accettare il bicchiere offertogli da don Rodrigo, mentre ancora più tardi il commissario Maigret di George Simenon non riusciva ad immergersi nelle indagini senza un bianco della Loira sulla sua scrivania. Il genere letterario si ripropone oggi con la partenza della prima edizione, a Susegana (Treviso), del Festival della letteratura del vino, denominato "Co(u)ltura Conegliano Valdobbiadene" iniziativa organizzata dal Consorzio di tutela del prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg e che si protrarrà fino a domani attraverso incontri con autori di libri in materia, oltre a degustazioni ed altri momenti culturali e ricreativi di varia natura. "Oggi il vino è davvero un prodotto legato alla terra e alla storia - rileva Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela - e coinvolge coloro che si interessano ad un mondo talmente fantastico ed affascinante che poi porta ad interpretarlo attraverso le degustazioni. Io credo che il mondo del vino sia sicuramente un linguaggio internazionale, trasversale, che ci permette di arrivare ai giovani, come abbiamo fatto - aggiunge - ma anche a tutti coloro che di vino non si occupano o non se ne intendono". Secondo Alessandro Torcoli, direttore di "Civiltà del bere", l'aspetto meno facile nel concepire una simile iniziativa è quello di "parlare contemporaneamente a chi cerca nel vino soddisfazione intellettuale di ricerca, di approfondimento del prodotto in sè, e a chi, invece, nelle letteratura cerca divertimento, riflessione e vuole che, parlando di vino, sia incluso anche il racconto del territorio. Per adesso - ha aggiunto il giornalista - abbiamo fatto un esperimento inserendo tutti gli ingredienti come grandi esperti di vino, divulgatori e comunicatori che presentano le loro opere, e scrittori, come i giovani finalisti del premio Campiello che dal vino e del territorio si sono lasciati ispirare. Poi - conclude Torcoli - vedremo al termine dei due giorni cosa succederà".

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