(ANSA) - CHIUSI (SIENA), 22 GEN - Convocato dai carabinieri
di Chiusi (Siena) in caserma un allevatore, Mario Mori, 75 anni,
che nell'ottobre scorso annunciò di voler mettere una taglia da
3.000 euro come ricompensa a chi gli portasse un esemplare di
lupo. Lunedì 24 gennaio, riferisce Fedagripesca -
Confcooperative Toscana, dovrà comparire di fronte al
maresciallo del Corpo Forestale di Chiusi, a causa di una
denuncia per istigazione a delinquere che gli venne fatta contro
proprio a seguito di quell'annuncio.
L'allevatore, ricostruisce l'associazione di categoria,
intanto rischia di perdere il lavoro di una vita: negli ultimi
10 anni è stato prima costretto a chiudere l'allevamento di
pecore di famiglia dopo erano state uccise da continui assalti
di lupi della zona di Palazzone ai San Casciano Bagni (Siena) e
ora rischia di perdere pure il secondo, di bovini.
"A fine ottobre - racconta lo stesso Mori - ho dichiarato
alla stampa che avrei dato una ricompensa di 3.000 euro a chi
avesse catturato un lupo. Si trattava soltanto di una
provocazione, invece mi sono ritrovato con una denuncia penale.
Il mio obiettivo era riportare la questione all'attenzione
dell'opinione pubblica e delle istituzioni, perché non è
possibile avere ogni anno una perdita del 15 o 20 per cento dei
nuovi nati perché mangiati da un lupo. È una totale assurdità".
"Nel 2013 abbiamo chiuso il primo allevamento - prosegue -
perché i lupi avevano eliminato anche le ultime 70 pecore
rimaste, e siamo andati avanti soltanto con quello di mucca
chianina. Nel 2015, invece, ci siamo accorti della prima
uccisione di una nostra vacca. Ecco, da quel giorno a oggi
abbiamo perso, ufficialmente, 24 vitelli e tre vacche, oltre a
tutti quelli che sono spariti. Solo nel 2021, ad esempio, sono
stati 12 i vitelli che non abbiamo più ritrovato". Così,
esasperato dagli attacchi di lupi, ha annunciato la 'taglia'.
"Un tempo - spiega ancora Mori - venivamo ascoltati. C'era
dialogo con la Regione e io stesso sono stati invitato a qualche
incontro con funzionari ed esperti del settore, mentre quello
che percepisco adesso è assoluta indifferenza. Il lupo è
protetto dalla direttiva 'habitat' alla quale, però, diversi
Paesi europei hanno concesso deroghe per venire incontro agli
allevatori. Io ho provato a riportare l'attenzione su questo
problema, seppur con una provocazione, e ne ho risposto
personalmente. La verità è non è più possibile sostenere danni
economici così rilevanti". "Due misure che suggeriamo - conclude
- sono prima di tutto rendere compatibile, come succede altro,
la popolazione di questi animali con le attività economiche
presenti, procedendo con abbattimenti mirati e controllati. Poi,
in caso di danno, servirebbero risarcimenti, e non indennizzi,
congrui e nei tempi più rapidi possibile".
"A Mario Mori esprimo la mia totale solidarietà - afferma Ritano
Baragli, vicepresidente di Fedagripesca - Confcooperative
Toscana -. Serve una maggiore tutela nei confronti degli
allevatori e degli altri professionisti del settore. La violenza
sommaria non può certo rappresentare una contromisura efficace
al problema, né quello era l'intento di Mario. Ma resta il fatto
che è necessario trovare una soluzione a una condizione che
causa danni enormi, peraltro in un momento storico in cui le
cose sono rese molto difficili dal Covid. E adesso, oltre alle
perdite subite in questi anni, dovrà pure pagarsi un avvocato".
(ANSA).
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Lupi: allevatore mise 'taglia', Cc lo convocano in caserma
Siena, 75enne ha perso allevamenti pecore e bovini in attacchi