(ANSA) - CAGLIARI, 16 MAG - A distanza di oltre due anni
dalle proteste che caratterizzano quella che è stata definita la
"guerra del latte" con il prodotto versato per le strade dai
pastori che chiedevano un'equa remunerazione per il conferimento
ai trasformatori, gli allevatori sardi sono pronti a nuove
proteste.
"I molteplici procedimenti penali pendenti a carico di un
migliaio di pastori stanno provocando conseguenze di gravissimo
danno per l'immagine di tutta la categoria, ma attualmente
pesano soprattutto per quanto riguardano le conseguenze
economiche aziendali - dicono i 'pastori senza bandiere' che
avevano portato avanti la battaglia per il prezzo del latte - Le
aziende agricole, infatti, per poter accedere ai contributi
della Domanda unica della Pac e quanto previsto in termini di
aiuti ad ettaro e a capo e di investimenti dai Programmi di
sviluppo rurale, sono obbligate a produrre ogni anno la
documentazione antimafia per usufruire dei contributi
dell'Unione Europea, ma i procedimenti giudiziari pendenti non
consentono il rilascio del certificato antimafia e da questo
deriva la perdita di. milioni di euro di contributi a danno di
tutte le aziende dei pastori sotto processo".
"Se non verrà garantito l'intervento della politica, a tutti i
diversi livelli, per risolvere tale problematica", i 'pastori
senza bandiere' prevedono di intraprendere "nuove e più vigorose
forme di tutela per salvaguardare tutti i danneggiati: perché
non sia mai che oltre al danno arrivi anche la beffa". (ANSA).
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Latte:pastori sardi pronti a "nuove e più vigorose proteste"
"Azioni penali penalizzano domande aiuti Ue,politica intervenga"