(ANSA) - JESI, 30 OTT - Produzione in crescita del 5%
rispetto al 2019 e qualità buona con punte di eccellenza. Il
vino marchigiano rialza la testa dopo mesi in trincea, grazie a
una vendemmia 2020 che raggiunge quota 857mila ettolitri contro
gli 816mila dell'anno passato e un mercato che nonostante tutto
si muove. Particolarmente positivo l'andamento meteo stagionale,
che ha permesso una raccolta senza complicazioni e favorito uno
sviluppo della pianta senza l'azione di parassiti o agenti
patogeni. Un'annata che, dal punto di vista enologico,
rappresenta una garanzia, ma che pone ancora molte sfide sul
fronte dei mercati a causa dell'emergenza sanitaria in corso.
"La nuova chiusura dell'horeca preoccupa, ma il sistema vino,
Verdicchio in primis, pur nelle difficoltà ha retto e la
macchina è ripartita - dice Alberto Mazzoni, direttore
dell'Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) -. Adesso, pur
nell'incertezza, registriamo comunque segnali positivi come il
calo delle scorte di vino nelle cantine della denominazione
Castelli di Jesi, che rispetto al 2019 sono diminuite del 9,5%
(dati al 30 settembre). Anche la quantità è quella giusta -
aggiunge -, si temeva un'annata sovrabbondante a +15-20%, ma
alla fine la natura ha compensato e abbiamo chiuso a +5% nel
rispetto della qualità".
A influire sulle rese, è stato soprattutto il caldo di agosto
e delle prime due settimane di settembre che ha favorito una
buona accelerazione della maturazione, incidendo però
negativamente sulla quantità. Il calo più significativo riguarda
le uve a bacca rossa, come Lacrima di Morro d'Alba e
Montepulciano, mentre gli altri rientrano nella media. In
particolare, tra i bianchi registra un +7% sul 2019 la
produzione di Verdicchio dei Castelli di Jesi che, salvo qualche
grandinata, è giunto alla raccolta in anticipo rispetto alla
media e con uve ottime, regalando vini di grande freschezza,
gradazioni medio-alte e ottima struttura. Caratteristiche che
ricordano molto quelle delle annate 2015 e 2016. Buone le
previsioni anche per tutte le altre denominazioni tutelate.
Per quanto riguarda il mercato estero, secondo Istat le
Marche del vino hanno subito una contrazione nel primo semestre
del 2,2%, circa la metà rispetto alla media export nazionale
(-4,2%). Tengono le vendite verso l'Ue (+4%) con il Covid-19 che
ha invece fatto maggiori danni tra i buyer extra-Ue (-4,6%).
Scomponendo i dati per provincia, l'export delle bevande
marchigiane (il vino incide per l'80% del valore), è segnalato
ancora in crescita ad Ancona. La terra del Verdicchio dei
Castelli di Jesi segna un +6,4%, con i due terzi delle vendite
totali regionali (circa 30 milioni di euro nel semestre). In
tutto, secondo le elaborazioni di Imt, rispetto al pari periodo
di 3 anni fa, il mercato del vino anconetano è cresciuto di
quasi il 30%. Bene anche la provincia di Macerata. Tra i Paesi,
in ulteriore crescita i top buyer Stati Uniti, Germania e
Giappone, mentre calano in doppia cifra Regno Unito, Canada,
Svizzera e soprattutto la Cina (-37,5%). (ANSA).
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Vino: Marche; vendemmia 2020, +5% produzione
Export -2,2% ma crescono Ancona (+6,4%) e Macerata