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Xylella: droni e sensori termici per scovare piante infette

E' pronto il progetto del Distretto aerospaziale con il Cnr

Redazione Ansa

BARI  - Droni e sensori termici per scovare la Xylella in tempi rapidi, prima che ne siano visibili gli effetti, permettendo così interventi più efficaci. E' pronto il progetto Redox, presentato dal Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) e finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico. Partner del Dta nel progetto sono il Cnr, l'Enav e Planetek, che avrà il compito di commercializzare i risultati.

Base operativa sarà l'aeroporto di Grottaglie (Taranto). "Siamo impegnati - spiega Giuseppe Acierno, presidente del Dta - a realizzare un sistema per la identificazione precoce dei nuovi focolai che migliorerà l'efficacia delle azioni di contenimento e permetterà risparmi nel monitoraggio e nel campionamento delle piante infette". "La diagnosi precoce - prosegue Acierno - è fondamentale per la eradicazione. La collaborazione tra il distretto, Enav e la sua controllata Dfligth, Cnr e Planetek ci permetterà di realizzare un sistema di identificazione precoce dei nuovi focolai, con il conseguente miglioramento dell'efficacia delle azioni di contenimento".

 

"Il progetto - spiega ancora - sviluppa tecnologie e procedure per l'acquisizione, trasmissione, archiviazione, elaborazione e condivisione di dati telerilevati che vengono acquisiti con sensori digitali montati su satellite, aereo, drone e piattaforme terrestri, per la identificazione delle piante di ulivo infettate da Xylella fastidiosa prima ancora dell'insorgere di sintomi visibili ad occhio nudo. L'uso di sensori iperspettrali e di camere termiche messi a disposizione dal Cnr, socio del Distretto aerospaziale, garantirà un monitoraggio continuo di aree estese, anche decine di migliaia di chilometri quadrati, come una intera regione".

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