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Cia al lavoro per cambiare l'Italia, parte road show

Progetto di riforma da presentare alla futura classe dirigente

Cia al lavoro per cambiare l'Italia, parte road show

Redazione Ansa

ROMA - E' partito il road show "Il Paese che vogliamo" firmato da Cia-Agricoltori Italiani per mettere a punto un progetto di riforma in cinque mosse per cambiare l'Italia, partendo dalla centralità del territorio. Obiettivo, spiega il presidente nazionale Dino Scanavino, è presentare alla futura classe dirigente del Paese il suo dossier su infrastrutture, territorio, filiere, fauna selvatica e politiche europee. Il tutto puntando sulla centralità dell'agricoltura in un viaggio ideato per coinvolgere da Nord a Sud enti locali, associazioni e politica.

Sassolo in provincia di Savona e Benevento sono state le prime due tappe dell'iniziativa nazionale articolata in cinque capisaldi che comprendono infrastrutture, governo del territorio, filiere a vocazione territoriale, sistemi di gestione della fauna selvatica, enti locali e politiche europee, in un format innovativo. L'obiettivo, come spiega il presidente nazionale Dino Scanavino, è quello di raccogliere le idee e disegnare i confini del "Paese che vogliamo" con un grande piano agroindustriale strutturato che potrebbe creare fino a 100 mila nuovi posti di lavoro generando Pil e ricchezza. Si tratta di un intervento straordinario non più rinviabile di tutela, manutenzione e gestione sostenibile del Paese, volto a recuperare gli enormi ritardi infrastrutturali e puntando sulla centralità dell'agricoltura, a partire proprio dal gap delle aree periferie al Nord come al Sud. Un'iniziativa propositiva di ampio respiro che ha in programma come prossime tappe le Marche con Castelsantangelo sul Nera, tra i Comuni nel cratere del sisma 2016 e quindi l'Abruzzo. 


Vino: Cia festeggia Sannio Falanghina capitale Europea 2019
Si chiama "Sud baciato dalla bellezza" la tre giorni organizzata da Cia-Agricoltori Italiani nell'ambito degli eventi promossi per il riconoscimento del territorio del Sannio Falanghina Capitale Europea del Vino 2019. La manifestazione, che si conclude in concomitanza con la tappa del road show della Confederazione a Benevento "il Paese che vogliamo", coinvolge cinque comuni sanniti che hanno ottenuto il riconoscimento, un vanto per tutta la Campania. La decisione presa dalla rete europea delle città del vino ha premiato una delle realtà più brillanti della Penisola, che ha saputo elevare all'ennesima potenza il legame con il turismo e la grande qualità delle produzioni.
Si tratta di un viaggio tra borghi, vigneti e cantine che parte da Guardia Sanframondi, arroccato su uno sperone roccioso a guardia dell'intera Valle Telesina che vanta una significativa produzione vinicola. Castelvenere è il comune con il riconoscimento di territorio più vitato dell'intero Mezzogiorno. C'è poi Sant'Agata De Goti e Solopaca noto non solo per la sua significativa produzione vitivinicola, ma anche per la "Festa dell'Uva", l'evento che ha luogo nella seconda domenica di settembre, caratterizzato dalla sfilata di carri artistici a tema interamente realizzati con chicchi d'uva. Torrecuso, infine, è uno dei più importati comuni del parco regionale del Taburno, tra i più importanti centri campani e meridionali per la produzione di vini Doc e Docg, a partire dall'Aglianico del Taburno.

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