(ANSA) - ROMA, 24 AGO - Il terremoto è costato agli
agricoltori e agli allevatori delle zone colpite oltre 600
milioni di euro in tre anni a causa del crollo delle produzioni
e delle vendite senza contare i danni strutturali a stalle, case
e fabbricati rurali. E' quanto emerge dal bilancio della
Coldiretti a tre anni dalla prima scossa che il 24 agosto 2016
che ha devastato ampie aree del Centro Italia.
Confrontando i dati del valore della produzione agricola
pre-sisma nel 2015 con quelli dei tre anni successivi si rileva
che - sottolinea la Coldiretti - nelle campagne marchigiane sono
andati persi 160 milioni di euro, in Umbria si è registrato un
buco di quasi 295 milioni di euro mentre nel Lazio sono stati
"bruciati" 170 milioni di euro. Il valore della produzione
agricola (Pil) -precisa la Coldiretti - è ancora
complessivamente inferiore a quello del 2015 con punte di quasi
il 15% in meno per l'Umbria e di circa il 7% in meno per le
Marche a conferma del fatto che è ancora molto lontano il
ritorno alla normalità.
Tra i settori più colpiti c'è sicuramente - spiega Coldiretti
- quello dell'allevamento con un calo ad esempio del 20% del
latte per la chiusura delle stalle, ma in difficoltà è tutta
l'economia locale con il crollo del 70% delle vendite nei paesi
svuotati. Una situazione che non ha però scoraggiato la
maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille
difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio
ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior
parte delle tipicità. Lo dimostra il fatto - ricorda la
Coldiretti - che sulle tavole rimane il ciauscolo, il
caratteristico salame spalmabile marchigiano, il pecorino dei
Sibillini e le tante altre specialità del territorio - continua
la Coldiretti - come la patata rossa di Colfiorito, lo
zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la
cicerchia e la stessa lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp
che si trova in piena raccolta per una quantità attorno ai
3mila-4mila quintali in linea con lo scorso anno. Lenta ripresa
anche per i 444 agriturismo che secondo le elaborazioni
Coldiretti su dati Istat operano nell'area dei quali 42 in
Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria.
Sono 25mila le aziende agricole e stalle censite nei 131 Comuni
terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con una
significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali
tra mucche, pecore e maiali, e - conclude la Coldiretti - un
rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e
frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in
tutto il mondo.
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Terremoto: Coldiretti, nelle campagne persi 600 milioni
In tre anni per danni strutturali e crollo produzioni e vendite