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Roadshow Cia per progetto di riforma 'Il Paese che vogliamo'

Da infrastrutture a 5G, Sos per agricoltura sub-urbana e rurale

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA - Parte il roadshow di Cia-Agricoltori Italiani per presentare, attraverso un viaggio in tappe nelle aree interne, il progetto di riforma, in cinque mosse, "Il Paese che vogliamo". L'iniziativa, lanciata da Cia nell'ultima assemblea nazionale, vuole richiamare l'attenzione sulle azioni ritenute non più rinviabili e necessarie all'Italia.

Dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio, dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica e alla coesione istituzioni-enti locali per il rilancio delle aree interne in Europa: queste le urgenze individuate da Cia e ora oggetto di una serie di tavoli tematici, organizzati da Nord a Sud Italia, proprio nelle aree rurali e interne dove crescono criticità legate alla geografia del territorio e soprattutto ai ritardi in manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali. Si parte da Liguria e Piemonte con l'incontro interregionale il 2 settembre a Sassello (Savona) e a seguire la Campania con Benevento il 4 settembre. Nelle Marche poi a Castelsantangelo sul Nera, tra i Comuni nel cratere del sisma 2016, e infine in Abruzzo.

"Da ora alla primavera del 2020, con la Conferenza economica, saremo impegnati - annuncia il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino - in un progetto dal nome e dai contenuti ambiziosi, ''Il Paese che vogliamo'', che interesserà dalle periferie dei grandi capoluoghi, con l' agricoltura sub-urbana, alle zone a ridosso dell'Appennino, meno fortunate e non toccate dalle necessarie infrastrutture di collegamento sia fisiche che telematiche". L'obiettivo del roadshow, promosso dagli Agricoltori Italiani di Cia, è quello di attivare un confronto costruttivo a più voci che vada al di là degli obiettivi formali. Occorre, sottolinea la Cia, pianificare lo sviluppo di verde urbano e bioedilizia, passando per la valorizzazione del presidio degli agricoltori, il contrasto del consumo di suolo, l'abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo. E ancora: favorire reti d'impresa territoriali, nonché accelerare il piano di intervento sulla questione fauna selvatica.(ANSA).

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