(ANSA) - ROMA, 11 LUG - "Ci dobbiamo aspettare un'estate con
meno emergenze rispetto a quella del 2017, che è durata 9 mesi.
Gli acquiferi si sono riempiti, perché fortunatamente abbiamo
avuto tante piogge. Abbiamo una dotazione idrica che ci permette
di affrontare questa estate con maggiore tranquillità". Lo ha
detto oggi Erasmo D'Angelis, segretario dell'Autorità di bacino
dell'Appennino centrale (l'organismo pubblico che coordina la
gestione del sistema idrico), a margine di una riunione a Roma
dell'Osservatorio idrografico dell'Italia centrale.
"Il punto debole è che tante emergenze idriche sono crisi di
infrastrutture - ha aggiunto D'Angelis -. Tutta l'Italia
centrale ha infrastrutture vetuste. Oltre la metà hanno più di
50 anni, alcune hanno superato gli 80. L'Italia centrale perde
in media il 47% dell'acqua immessa, contro una media nazionale
intorno al 41%, che è già la più alta d'Europa. E' un tema
urgente da affrontare, un lavoro molto costoso e a lunga
scadenza".
L'Autorità di bacino dell'Appennino centrale ha programmato
interventi per 650 milioni di euro, in fase di progettazione e
da realizzare nel giro di diversi anni. L'intervento maggiore
(300 milioni di euro) riguarda in Lazio il raddoppio
dell'acquedotto del Peschiera, che rifornisce la Capitale. Poi
ci sono la modernizzazione dell'acquedotto Marcio, sempre in
Lazio (150 milioni); in Abruzzo le condotte del Gran Sasso (53),
di Cerchio-Aielli-Celano (19 milioni) e dell'area Marsicana (7);
nelle Marche la diga delle Grazie (5) e il rifacimento delle
condutture di Ascoli Piceno; in Umbria l'adduzione
Trasimeno-diga di Chiasco (15).
"Nelle aree colpite dal terremoto ci sono zone come
l'Ascolano dove le tubazioni sono letteralmente frantumate -, ha
spiega D'Angelis -. Siamo in emergenza, ce ne stiamo occupando
con il Commissario per la ricostruzione". (ANSA).
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Bacini pieni nel Centro Italia, estate senza rischio siccità
Autorità di bacino, ma resta l'emergenza perdite, sono al 47%