- ROMA - Le nuove scosse non fermano i lavori nelle campagne
dove è in pieno svolgimento la prima mietitura del grano
seminato dall'inizio del terremoto, anche se il raccolto si
prevede in calo del 15%. E' quanto afferma la Coldiretti nel
sottolineare che "la drammatica situazione che non sembra avere
fine non ha scoraggiato agricoltori e allevatori i quali, al
prezzo di mille difficoltà e sacrifici, sono riusciti a
garantire la produzione della maggior parte delle tipicità delle
zone terremotate, anche in vista della ripresa del turismo".
Sono 292mila ettari i terreni agricoli coltivati nei 131
comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, "con
quasi la metà del terreno agricolo coltivato - precisa
Coldiretti - a seminativi, dal grano duro per la pasta all'orzo
per la birra artigianale, dal farro all'avena, dai girasoli alle
lenticchie. Significativa la presenza di allevamenti, con quasi
65 mila bovini, 40mila pecore e oltre 11mila maiali dai quali
scaturisce anche un fiorente indotto agroindustriale".
"A pesare - aggiunge Coldiretti - è l'abbandono forzato delle
popolazioni, trasferite sulla costa, e la fuga dei turisti che
hanno fatto venir meno la clientela, mettendo in grave
difficoltà le aziende agricole che non hanno più un mercato
locale per i propri prodotti". "Per l'estate - conclude
Coldiretti - si spera nella ripresa dell'offerta turistica delle
zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra
cultura, ambiente e qualità alimentare. Secondo il nostro
monitoraggio la maggioranza degli agriturismi colpiti si è
attrezzata per la stagione estiva".
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Coldiretti,nuove scosse terremoto non fermano raccolta grano
Ma è previsto un calo del 15%