(ANSA) - ROMA, 6 DIC - La guerra civile in Siria, e la
conseguente migrazione dei rifugiati, ha causato cambiamenti
repentini nell'uso dei terreni e nelle risorse d'acqua dolce del
Paese. A dirlo sono i dati satellitari dell'area, analizzati dai
ricercatori dell'università di Stanford in uno studio pubblicato
sulla rivista Pnas che, per la prima volta, descrive le pratiche
di gestione idrica in una zona bellica a guerra in corso.
Usando le immagini satellitari di Google Earth, gli esperti
hanno stabilito che il conflitto siriano ha fatto diminuire dei
circa il 50% l'irrigazione agricola e le riserve idriche
rispetto al periodo prebellico. "Le pratiche di gestione
dell'acqua in Siria sono cambiate, e questo cambiamento è
visibile dallo spazio", dichiara il professor Steven Gorelick
del Dipartimento di scienze terrestri, energetiche e ambientali
di Stanford. "La crisi siriana ha portato a una riduzione dei
terreni agricoli nel Sud del Paese, a un declino della domanda
d'acqua per l'irrigazione e a un drastico cambiamento nel modo
in cui i siriani gestiscono le proprie riserve".
Nel dettaglio lo studio si è concentrato sugli impatti, dal
2013 al 2015, nel bacino dello Yarmuk, un fiume periodico,
affluente del Giordano, che è condiviso da Siria, Giordania e
Israele. Usando immagini satellitari composite, i ricercatori
hanno misurato un calo del 49% dell'acqua stoccata nelle undici
maggiori riserve idriche del bacino controllate dalla Siria.
Considerando che le colture irrigate sono più verdi della
vegetazione naturale durante la secca stagione estiva, gli
esperti hanno calcolato anche una flessione del 47% delle terre
irrigate.
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Siria: guerra ha alterato risorse idriche e terreni
Esperti, giù del 50% irrigazione agricola e riserve d'acqua