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Enoturismo vale 7% business delle cantine, in Italia 15 milioni arrivi l'anno

Libro di Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini

Redazione Ansa

- ROMA - Cresce l'appeal turistico dei distretti del vino lungo la penisola e le cantine che già adesso registrano 15 milioni di accessi ogni anno e ricavano sul fronte enoturistico mediamente il 7% del loro business enoico, secondo l'indagine Nomisma Wine Monitor su un campione di 145 comuni e 265 imprese. In Italia il settore vede ancora piccole cantine con accoglienza familiare, la wine hospitality affidata alle donne, ma risulta perlopiù difficile trovare personale formato.


    E' la fotografia fornita dal volume "Enoturismo 4.0 - Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale" (Agra Editrice pp 211 euro25), manuale sul turismo del vino italiano, presentato oggi al Senato alla presenza della ministra Santanché e scritto a quattro mani da Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini con il contributo di: Le Donne del Vino, Movimento Turismo del Vino, Città del Vino, Nomisma Wine Monitor. "Nelle cantine italiane serve diversificare l'offerta, aprire nei weekend e più tecnologia" hanno sottolineato gli autori.

Oltre ai dati statistici e al commento sulla fotografia delle dinamiche di settore, 'Enoturismo 4.0' contiene approfondimenti che vogliono rappresentare dei manuali d'uso per gli uffici turistici delle Città del Vino e per le cantine aperte al pubblico. Il focus, spiegato in queste sezioni da Donatella Cinelli Colombini, è sul significato e il funzionamento del wine club e sui vantaggi di un uso coordinato dei social network e della tecnologia per ampliare i follower che ne rappresentano il principale bacino di utenza, così come per l'e-commerce proprietario.

Per Riccardo Cotarella, Presidente di Assoenologi: "L'Italia è il Paese più ricco al mondo di ricchezze naturali: biodiversità e trasversalità territoriale. Ogni campanile ha il suo vino, che rappresenta un simbolo e un bene. Il vino è cultura, storia, passione. È nato con l'uomo. Il problema dell'Italia è che non facciamo sistema e questo crea problemi di comunicazione sul vino a livello internazionale. L'enoturismo non è solo economia ma divulgazione: chi viene nelle nostre aziende, diventa un nostro ambasciatore in tutto il mondo".
   
   

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