(ANSA) - NAPOLI, 22 MAG - Il gelato fa ingrassare, la verdura
no. Sicuri? Sembrano verità universali quelle legate
all'alimentazione, eppure non è detto che sia così. E'
probabile, infatti, che tanti cibi che si mangiano e che si
pensa facciano male al peso, alla linea, alla salute, in realtà
non lo sono. E' quanto emerge dal libro "La dieta su misura" di
Eran Segal ed Eran Elinav (Serling & Kupfer, pagg. 320, 17.90
euro) che ribalta quanto finora si è creduto sul cibo. Il
volume, presentato a Napoli, realizzato dai ricercatori
dell'Istituto Weizmann, in Israele, raccoglie i risultati di
un'indagine condotta su un campione di 1000 persone. E' la prima
volta, nella letteratura scientifica, che una simile ricerca,
come ha spiegato Elinav medico e ricercatore dell'Università di
Tel Aviv, "è stata condotta su un così ampio campione di
individui". I loro studi dimostrano che le persone reagiscono in
maniera differente agli stessi alimenti, con la conseguenza che
ciò che può risultare salutare per qualcuno, non lo è per altri.
A fare la differenza non sono solo stress e patrimonio genetico,
ma, per esempio, anche i numerosissimi batteri che compongono il
microbioma intestinale. Fattori ambientali, terapie
farmacologiche, abuso di farmaci, così come l'alimentazione
quotidiana possono influenzare la composizione dei batteri
intestinali e la loro attività metabolica. Da ciò che mangiamo
arrivano i nutrienti per i microrganismi dell'intestino, ecco
perché è importante studiare l'effetto degli alimenti sul
microbiota umano. Una tipologia di alimentazione sana è
universalmente riconosciuta nella Dieta mediterranea, iscritta,
nel 2010, nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale
dell'Umanità dall'Unesco. E', infatti, ricca di apporti
nutritivi che hanno una azione positiva sul microbiota.
I due ricercatori sono partiti dall'idea di misurare il
livello di zuccheri nel sangue: più si alza la glicemia più è
favorito l'aumento di peso e la sensazione di fame. "Abbiamo
cercato di capire perché l'obesità colpisca tante persone nel
mondo - ha affermato Elinav - e di elaborare un nuovo approccio:
prendere una corte di persone, 'misurandole' con l'obiettivo di
comprendere come l'alimentazione possa influire sulla glicemia".
I ricercatori hanno chiesto alle persone oggetto del campione di
"regalarci una settimana della loro vita". Tutti hanno mangiato
le stesse identiche cose, per peso e quantità. A ognuno è stata
successivamente misurata la glicemia, attraverso un monitoraggio
costante che rilevava questo valore ogni 5 minuti. "Siamo
rimasti scioccati - ha sottolineato - quando abbiamo esaminato
le risposte individuali che erano molto diverse tra loro. E' un
dato che infrange i paradigmi che già si conoscevano". Per
alcuni, ad esempio, la glicemia si impennava mangiando una mela,
per altri rimaneva invariata anche dopo una coppa di gelato.
I ricercatori hanno messo a punto un algoritmo in grado di
determinare per ogni individuo alimenti favorevoli al benessere
e altri, invece, sconsigliati, così da mettere a punto una dieta
personalizzata.
"Esistono diversi modi per poter capire come personalizzare
la propria dieta - ha concluso Elinav - per esempio si può
comprare un kit per la glicemia e misurare la risposta a
qualunque alimento, compresi quelli che vorremmo mangiare più
spesso. In questo modo, in un contesto domestico, e in base ai
dati, è già possibile adattare la propria routine alimentare
giornaliera". (ANSA).
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Con 'La Dieta su misura' una nuova teoria sull'alimentazione
Non è detto che il gelato fa ingrassare e la verdura no