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Da Bologna un tavolo per riconoscere il diritto al cibo

Segré: 'Produttori non coprono i costi e consumatori sprecano'

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 27 FEB - Bologna in prima linea per la sicurezza alimentare: il Comune e la Città metropolitana hanno varato la Politica alimentare urbana e metropolitana (Paum), con l'obiettivo di rendere accessibile a tutte le persone un'alimentazione sana, equa, sostenibile e appropriata. Lo ha presentato in Comune l'assessore all'Agricoltura e Agroalimentare, Daniele Ara. Il 5 marzo sarà pubblicato online un avviso pubblico per costruire "il tavolo della democrazia alimentare - ha detto - rivolto non solo ai produttori ma anche ad associazioni e corpi intermedi che hanno a che fare con il cibo, per dire che dalle città parte una nuova idea di consumi sostenibili che sono traino di un nuovo modello di agricoltura".
    "Bologna fa un ulteriore passo avanti - aggiunge Ara - e grazie all'esperienza di Last Minute Market e tante altre, pone il tema del diritto al cibo di qualità che deve essere alla portata di tutti. Noi siamo anche la città di Caritas, Antoniano e Cucine Popolari e di un grande movimento solidaristico che si collega con il tessuto produttivo e si collega con i servizi sociali per dare dignità alle persone - conclude - Questo è uno dei tasselli importanti della nostra politica del cibo".
    "C'è una tensione molto forte a livello agricolo e alimentare", spiega il professor Andrea Segré, consigliere speciale del sindaco per le politiche alimentari urbane e metropolitane. "Da una parte gli agricoltori stanno protestando perché non riescono a coprire i costi di produzione e dall'altra i consumatori sprecano, e anche tanto. Secondo il nostro osservatorio per l'Italia nel 2023 ci sono stati sprechi per circa 7 miliardi di euro - prosegue - mentre i più poveri consumano meno ma peggio". Per Segré, quindi, "il tavolo della democrazia alimentare avrà il compito di scrivere un manifesto del diritto al cibo, già contenuta nella Dichiarazione universale dei diritti umani, che vorremmo che Bologna riconoscesse". (ANSA).
   

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