(ANSA) - ROMA, 07 FEB - Nel periodo pandemico, relativo al
2020, la spesa alimentare degli italiani è stata pari a 160
miliardi di euro, +1,9% reale rispetto all'anno precedente, con
il ricorso più intenso ai punti vendita di prossimità, dai
supermercati ai negozi di vicinato, oltre che all'e-commerce. In
generale il 75,8% degli italiani ha fiducia che la filiera,
anche nell'emergenza, assicurerà i necessari approvvigionamenti
di prodotti alimentari. Lo rileva l'Osservatorio del mondo
agricolo "Il valore rilanciato della filiera del cibo e dei suoi
protagonisti" di Enpaia (Ente Nazionale di Previdenza per gli
Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura)-Censis.
Secondo il reporto, l'83,1% degli italiani quando sceglie
cosa mangiare è attento all'impatto sulla salute, mentre il
93,5% riutilizza il cibo che avanza da pranzi e cene, in una
logica di riduzione degli sprechi. L'80,5% acquista prodotti
alimentari a chilometro zero. I ricercatori sottolineano che
nella visione degli italiani rimane evidente il nesso tra il
buon cibo, il viaggio e la convivialità: il 61,8% vuole
riprendere a viaggiare, anche per scoprire specialità
gastronomiche. "I dati - commenta Giorgio Piazza, presidente
Fondazione Enpaia- sono estremamente interessanti poiché
confermano che l'agricoltura ha dimostrato una grande forza,
legata alla sua capacità di reagire all'emergenza e di dare
garanzia e sicurezza ai cittadini." "Il buon cibo - afferma
Giuseppe De Rita, presidente Censis - è stato uno dei beni
rifugio del periodo pandemico, e gli italiani mai sono rimasti
senza la spesa che desideravano. La filiera del cibo, a
cominciare dal mondo agricolo, conserverà nella ripartenza un
ruolo da protagonista di economia e società italiana". (ANSA).
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Covid: nel 2020 spesa alimentare italiani a 160 mld, +1,9%
Enpaia-Censis, per 80,5% prodotti alimentari a chilometro zero