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Unesco: candidatura italiana sul tartufo al rush finale

Alla 16/a riunione Comitato del patrimonio culturale immateriale

Il delegato italiano Pier Luigi Petrillo alla 16/a riunione del Comitato Unesco

Redazione Ansa

 - Il variegato mondo dei tartufai guarda a Parigi dove è al rush finale la valutazione della candidatura italiana sulla "cerca e cava del tartufo" da parte del Comitato del patrimonio culturale immateriale che decide quali tradizioni iscrivere nella Lista dei patrimoni dell'umanità

. Quest'anno, alla 16/ma riunione che ha preso il via lunedì, il Comitato sta esaminando 60 richieste di candidature: l'organo dei sei esperti mondiali incaricato delle valutazioni, di cui fa parte l'italiano Pier Luigi Petrillo, ha proposto di accoglierne 42 e di rinviarne o bocciarne 18. Tra le 42 proposte con valutazione positiva, ci sono per l'agroalimentare il Ceebu Jen, il piatto nazionale del Senegal, a base di riso, pesce e verdure, e appunto la candidatura italiana de "La cava e cerca del tartufo".

La candidatura tricolore ha avuto una lunghissima gestazione: la comunità aveva presentato un primo dossier al Ministero della Cultura e al Ministero dell'Agricoltura otto anni fa, ma il dossier non risultava in linea con la Convenzione Unesco del 2003. Dopo un continuo confronto con i Ministeri, a marzo 2020 è stata presentata, dal Ministero degli Esteri, la candidatura all'Unesco. Nel 2021 l'organo degli esperti mondiali ha valutato il dossier e ad ottobre ha reso noto la valutazione positiva sulla quale è attesa entro domani la decisione finale del Comitato.

Nella bozza di decisione, secondo quanto apprende l'ANSA, l'Unesco evidenzia come la cava e cerca del tartufo in Italia sia "un insieme di conoscenze e pratiche trasmesse oralmente nel corso dei secoli, tutt'ora caratterizzante la viva rurale di diverse comunità diffuse in tutto il territorio nazionale. La tecnica della cava e cerca del tartufo attiene ad una serie di conoscenze e competenze relative al clima, all'ambiente, alla biodiversità, e che impongono una gestione sostenibile dell'ecosistema". Ma vengono anche rilevati aspetti problematici, come i richiami affinché l'Italia si adoperi per evitare che il riconoscimento Unesco venga usato per finalità commerciali e pratiche sostenibili del turismo nonché misure di salvaguardia effettive dei cani da cerca. (ANSA).

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