(ANSA) - CAGLIARI, 20 OTT - Le imprese dell'alimentazione
della Sardegna rischiano una frenata produttiva causata dai
rincari delle materie prime, dell'energia e dei carburanti per
l'autotrasporto. È questo l'allarme lanciato da Confartigianato
Imprese Sardegna, che dà voce a panificatori, pasticceri e
gelatieri, alla luce dell'aumento dei prezzi dell'energia e
delle materie prime. Un settore quello della food economy della
Sardegna che, in particolare sotto le festività di Natale,
nell'Isola muove circa 378milioni di euro di consumi.
"Su latte, burro, zucchero, farina, uova, nocciole, mandorle
e tutto ciò che serve per fare pane, dolci e gelati, stiamo
registrando incrementi che variano tra il 5 e il 20% che non si
registravano dal 2011 - afferma Marco Rau, delegato regionale
per l'alimentazione di Confartigianato Imprese Sardegna - tutto
ciò sta innescando una pericolosa reazione a catena, perché le
difficoltà di approvvigionamento e i maggiori costi affrontati
dai produttori, poi ricadono anche su chi deve vendere al
pubblico determinati generi alimentari e, di conseguenza, sul
prodotto finito e sui consumatori. All'orizzonte, purtroppo, si
profila un 'caro panettone'".
"Se il Governo non interviene a calmierare almeno i costi
dell'energia e dei carburanti, il settore rischia una batosta
non indifferente - commenta Daniele Serra, segretario regionale
di Confartigianato - perché da un lato c'è il rischio di una
frenata della ripresa post Covid, e dall'altro perché costringe
i rivenditori a ritoccare i prezzi verso l'alto, col conseguente
malcontento dei clienti".
L'agroalimentare sardo è rappresentato da 3.523 imprese
artigiane che danno lavoro a ben 10mila addetti, con otto
prodotti Dop, Igp e Stg, ben 214 prodotti "tradizionali", e una
capacità export che sfiora i 100 milioni di euro all'anno.
(ANSA).
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Aumento bollette e materie prime, rischio caro panettone
Allarme Confartigianato, "maggiori costi e ricavi ridotti"