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Legumi italiani in ripresa, ma 98% lenticchie sono importate

Report Alleanza Cooop, straniero il 65% dei prodotti consumati

Redazione Ansa

ROMA - E' in ripresa la produzione dei legumi in Italia con 200 mila tonnellate, collocandosi all'ottavo posto in Europa, ma è ancora forte la dipendenza dalle importazioni dove si va dal 98% per le lenticchie, al 95% per i fagioli e dal 71% per i piselli al 59% per i ceci. A fotografare il settore è il Report sui legumi e sulle colture proteiche nei mercati mondiali, europei e italiani realizzato dall'istituto di ricerca Areté per conto dell'Alleanza Cooperative Agroalimentari.

L'Italia quindi ha una posizione di importatore netto, passando da 4.500 tonnellate di legumi nel 1960 a circa 360 mila nello scorso anno; rispetto alla media europea nel 2016, ha importato il 65% del suo consumo, contro il 33% della Ue. Dal 2015 superfici e produzioni nazionali sono tornate ad aumentare, arrivando a toccare rispettivamente 100 mila ettari (+35%) e 190 mila tonnellate (+37%). Gli aumenti produttivi più consistenti si sono registrati per ceci (+72%), lenticchie (+60%) e piselli (+52%). Quanto all'Europa la produzione di legumi è in aumento con 5 milioni di tonnellate, anche se resta forte la dipendenza dalle importazioni. La classifica vede la Francia al primo posto tra i paesi produttori con 788 mila tonnellate, seguita da Regno Unito, Lituania, Polonia e Germania.

Il Report segnala che negli ultimi 10 anni gli ettari coltivati a legumi dell'Ue tra i 1,5 ai 2,1 milioni di ettari, hanno registrato un notevole incremento a partire dal 2013 a seguito delle nuove misure di greening della Pac. Quanto, infine, alla produzione mondiale nel 2016 ha toccato il record di 82 milioni di tonnellate, con aumenti in particolare in Nord America e in Australia. L'India comunque si classifica di gran lunga il principale produttore mondiale, con il 32% dell'area globale e il 21% della produzione. 

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