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A Nughedu primo borgo 'social eating' in Italia

Ristorante a cielo aperto con chef stellato Roberto Petza

Redazione Ansa

- ORISTANO - E se per combattere lo spopolamento bastasse aprire le cucine ai turisti, condividere con loro i sapori di prodotti a chilometro zero, affidarsi in pratica alla "sharing economy" e a progetti di "smart territories"? Il 19 agosto ci proverà Nughedu Santa Vittoria, 500 abitanti in provincia di Oristano, pronto a trasformarsi nel primo borgo "social eating" in Italia.

Da una parte ci saranno i cuochi (professionisti e non), dall'altra i clienti, per lo più viaggiatori alla scoperta dei cibi tradizionali, chiamati a dividere la tavola con persone che non avevano mai visto prima. Il 19 tutti gli abitanti del paese apriranno le proprie case. La cena nel cuore del borgo sarà curata dallo chef stellato Roberto Petza, che presenterà la rivisitazione della "pasta in brodo". I piatti proposti dai cuochi di Nughedu Welcome, nuovo brand dell'accoglienza diffusa nel Barigadu che coinvolge già sette cuochi e un oste, saranno preparati con la pecora e la frutta e verdura coltivata negli orti della zona; protagonista di eccezione, il pane cotto nei forni del paese.

L'evento, sostenuto dall'amministrazione comunale e ideato da Nabui, società che sperimenta modelli di sviluppo a elevato impatto sociale, vede anche la collaborazione con Gnammo, il principale portale web italiano di social eating, che promuoverà l'iniziativa attraverso la propria piattaforma nella quale sarà anche possibile acquistare i ticket per la cena. Il "Social eating day" è solo l'inizio di una serie di progetti che il territorio mette in campo per promuovere le proprie peculiarità e per combattere l'emorragia che colpisce le zone interne.

"Nughedu Santa Vittoria - sottolinea il sindaco Francesco Mura - sperimenta una nuova forma di accoglienza che coinvolge direttamente i cittadini, attraverso la creazione di una rete di ristorazione e ospitalità diffusa. L'obiettivo è intercettare un flusso turistico attento e interessato alle esperienze". Secondo il co-fonunder di Nabui, Tommaso Ledda, "la periferia è un territorio che si spopola e in cui i servizi scarseggiano, sperimentare la sharing economy significa promuovere nuovi modelli di sviluppo".

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