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Con 'family bag' diventa chic portare via avanzi ristorante

'Doggy bag'si evolve in sportina elegante in materiali riciclo

Redazione Ansa

- ROMA - Da oggi in poi portare a casa gli avanzi della cena al ristorante sarà davvero chic. Arriva la 'Family Bag', nuovo e più elegante nome della già nota 'doggy bag', ma soprattutto sportina elegante realizzata dal consorzio Conai, con le lettere FB a spiccare sui vari materiali da riciclo utilizzati. L'iniziativa, promossa dal ministero dell' Ambiente con la collaborazione di Unioncamere Veneto e Conai, è stata presentata a Padova.

"L'introduzione della Family Bag nei ristoranti è un passaggio culturalmente importante - sottolinea il sottosegretario all'ambiente Barbara Degani - Family Bag è l'upgrade semantico del più noto doggy bag e permette non solo di svecchiare il termine ma anche di affrancare il concetto dal ghetto del nostro immaginario e dal pudore di richiederlo a fine pasto. Non sprecare deve essere il nuovo stile di vita, e dunque richiedere una FB connoterà un comportamento virtuoso".

"E' fondamentale che i consumatori adottino comportamenti sostenibili nella vita di tutti i giorni per la riduzione dello spreco di risorse e per questa ragione bisogna riuscire a fare un passo in avanti anche nella lotta agli sprechi alimentari", dichiara Roberto De Santis, presidente di Conai-Consorzio nazionale imballaggi.

"L'esperienza maturata da Unioncamere Veneto ad Expo Milano sul tema del cibo non poteva che farci accogliere con sensibilità e determinazione questa opportunità", osserva il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio. Unioncamere Veneto ha individuato 100 ristoranti ai quali verranno recapitate Family bag realizzate in plastica, alluminio, carta, legno e acciaio. E proprio una 'Christmas bag' contro gli sprechi sembra essere regalo gradito per gli italiani - sottolinea un'indagine Waste Watcher presentata per l'occasione: l'86% degli intervistati chiedono di non sprecare il cibo nei ristoranti e si dichiara pronto a portare a casa il cibo avanzato. Solo il 16% non ne farebbe uso perché 'si vergogna' (9%) o 'non è interessato' (7%).

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