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Concorso "A Tavola con il Nobile" valorizza i pici di contrada

Nel fine settimana a Montepulciano, cucine aperte e vino rosso

Redazione Ansa

 L'enoturismo a Montepulciano, distretto vitivinicolo senese del Nobile e del Rosso, si abbina con la buona cucina delle contrade, messa in risalto dal concorso enogastronomico "A Tavola con il Nobile" , ideato nel 2003 dall'inviato del Tg2 Bruno Gambacorta insieme al Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che tornerà sabato 21 e domenica 22 agosto a mettere in gara ai fornelli sul tema dei pici le contrade della cittadina toscana, impegnate in questi giorni anche nelle prove del Bravio delle Botti.

Due disfide molto sentite dai contradaioli poliziani che aprono le loro sedi tra rulli di tamburi e drappi per mettere in tavola la propria ricetta dei pici, in una gara che vedrà alternarsi la giuria di esperti del settore enogastronomico agli amanti della buona tavola, sempre nel segno del rispetto delle norme di distanziamento imposte dalla pandemia. L'obiettivo di "A Tavola con il Nobile", come sottolinea l'ideatore Bruno Gambacorta, "è far conoscere il territorio, esaltare la qualità dei prodotti tipici locali sfruttando le caratteristiche del prestigioso vino di Montepulciano, il tutto recuperando le ricette della tradizione gastronomica locale".

Le otto contrade (Cagnazzo, Collazzi, Le Coste, Gracciano, Poggiolo, San Donato, Talosa e Voltaia) si cimentano in una tenzone ai fornelli proponendo cibi e pietanze della tradizione locale, spesso reinterpretati, che si abbinino bene al Vino Nobile di Montepulciano, come sono i pici.

Un piatto storico della tradizione locale, già riconosciuto come patrimonio Inpai in attesa di quello Unesco: il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha infatti accolto la richiesta di ammissione al patrimonio agroalimentare e "I pici e l'arte di appiciare" che sono stati ammessi con Decreto del Mipaaf all'Inventario nazionale del patrimonio agroalimentare italiano (Inpai). Questa sorta di spaghetto fatto a mano rappresenta il 'marchio di fabbrica' della gastronomia della Valdichiana senese e della Valdorcia. "Lontani parenti degli spaghetti, ma molto più corposi" li definisce Giovanni Righi Parenti nel libro 'La cucina toscana in 800 ricette tradizionali'. Ma ora si punta a riconoscimenti internazionali con la Valdichiana senese che ha chiesto di candidare i pici a patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.

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