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Piatti 'stellati' in tavola per 2mila detenuti

'L'Altra Cucina...per un pranzo d'amore' in 12 carceri

Piatti 'stellati' in tavola per 2mila detenuti

Redazione Ansa

(ANSA)  - Piatti 'stellati' su una tavola natalizia il 18 dicembre in 12 carceri per 2mila detenuti e detenute. L'iniziativa, intitolata L'altra cucina... per un pranzo d'amore, avviata nel 2014 da Prison Fellowship Italia Onlus, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza Onlus del RnS, per il sesto anno porta negli istituti penitenziari le brigate di cucina di ristoranti titolati, con 600 volontari e personaggi del cinema e della tv, tra cui il regista Pupi Avati, l'attrice Maria Grazia Cucinotta, e la cantante Teresa De Sio.

Chef come Francesco Apreda, Giovanni Guarneri, Ivan Milani - spiegano gli organizzatori - offriranno la loro creatività per un anticipo delle festività natalizie. Ad Opera, tra i 150 commensali, assieme alle mamma saranno presenti anche il vescovo ausiliare di Roma est Gianpiero Palmieri. Al Pagliarelli sarà servito un pranzo gourmet per 400 persone.

"Entrare una volta l'anno nelle carceri significa fotografare la situazione della nostra società, toccare il cuore dell'uomo che è ammalato. Ciascuno di noi può essere operatore di giustizia, se sa offrire speranza. Il messaggio del Natale, in fondo, è questo: annunciare ai prigionieri la liberazione", afferma Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo e della Fondazione Alleanza del RnS. "Molti chef inizialmente restii e intimoriti ad entrare nelle carceri ne sono usciti profondamente cambiati", spiega Marcella Clara Reni, presidente di Fellowship Italia, e diversi di loro "hanno donato l'intera attrezzatura necessaria per la festa: a Trani, ad esempio, Piero Pezzolla ritiene un privilegio offrire la sua competenza e tutto ciò che occorre per l'occasione".

"Attraverso questa esperienza così particolare nelle carceri - racconta la chef Marianna Vitale, che domani cucinerà per cento detenuti di Aversa - ho compreso che non si oltrepassa un ponte, ma diventiamo noi per primi ponti di normalità e semplicità per il prossimo". (ANSA).

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