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Guida Michelin, marchigiano Uliassi conquista le tre stelle

Sono in dieci in totale i ristoranti che meritano il viaggio

Redazione Ansa

PARMA - ''Emozionante'' per Cannavacciuolo che realizza un tripletta col suo bistellato Villa Crespi e la prima stella ai Bistrot di Torino e Novara. ''Una doccia di stupore che vorrei non finisse mai'' per Mauro Uliassi che col suo ristorante Uliassi a conduzione familiare alla Banchina di Levante a Senigallia entra, tra calorosi applausi, nell'Olimpo dei dieci ristoranti tre stelle Michelin.

''Una storia, una passione, il mare. Da questo nasce una cucina che i fratelli Catia in sala e Mauro lo chef, amano definire semplice e contemporanea. Un'esperienza memorabile, una cucina unica che merita il viaggio, come richiedono le tre stelle Michelin'' scrive Sergio Lovrinovich, direttore guida Michelin Italia.

E chissà se con un targa così importante, che immediatamente fa fare il pieno di prenotazioni da tutto il mondo ai tavoli, Uliassi, ''oggi così felice da avere il cuore nello zucchero'', potrà ancora permettersi di restare chiuso per tre mesi l'anno. ''Penso che le persone - ha detto lo chef marchigiano - si realizzano attraverso l'amore e nel lavoro. Io ho avuto la fortuna di avere entrambe, facendo molta attenzione a conservarli. Non vivo a Milano e non posso giudicare ruoli da Masterchef, ma mi piace conservare passione e leggerezza''.

Tra i primi a congratularsi Massimo Bottura: premiato un uomo che ha sempre cercato la qualità, ha detto. E compaesano Moreno Cedroni: 'quella marchigiana è una grande ristorazione italiana'' scrive sui social. Chi invece è un volto simbolo di Masterchef, Carlo Cracco, oggi non potrà festeggiare la riconquista della seconda stella. Sempre a Milano anche un'altra icona del lusso, il Ristorante Armani, perde la sua stella.

Al vertice della 64/ma edizione della Guida restano al top Massimiliano Alajmo, Le Calandre a Rubano (Padova); Massimo Bottura, Osteria Francescana a Modena; Chicco Cerea a Brusaporto (Bergamo); Enrico Crippa, piazza Duomo a Alba (Cuneo); Annie Feolde e Riccardo Monco, Enoteca Pinchiorri a Firenze; Norbert Niederkofler , St.Hubertus a San Cassiano (Bolzano); Niko Romito, Reale a Castel di Sangro.

La nuova edizione della rossa è un invito al viaggio in oltre 4.500 alberghi e ristoranti italiani, tra i quali oltre 1500 ristoranti propongono un buon pasto con prodotti di qualità, 257 sono i Bib Gourmand cioè gli indirizzi da non perdere anche perché il menu completo non costa più di 35 euro, e 367 sono i ristoranti stellati, con dieci tre stelle che valgono il viaggio, insieme a 39 due stelle Michelin e 318 una stella Michelin che meritano una deviazione dalla rotta on the road. Gli stellati sono solo il 20% degli indirizzi recensiti, ma sono quelli a cui guarda il mondo della ristorazione. Gwendal Poullennec (38 anni), nuovo Direttore internazionale delle Guide Michelin, si è detto entusiasta nella cucina italiana che sa valorizzare produzione e tipicità di eccellenza a livello mondiale.

''Sono convinto - ha detto l'ideatore delle nuove interfacce digitali del settore Food del gruppo - che con la nostra Guida Italia fotografiamo la punta dell'iceberg, e che ci sia ancora molto da svelare del patrimonio gastronomico di eccellenza tricolore, che fanno dell'Italia una meta imperdibile per i nostri viaggiatori''. Da qui il tour triennale nella Food Valley emiliana che porterà a nuove iniziative Michelin lungo la via Emilia, con tappe a Parma, Reggio Emilia e Piacenza dove sarà presentata la prossima edizione, la numero 65, della guida.

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