(ANSA) - ROMA, 22 OTT - Cambiamenti climatici e una scorretta
gestione potrebbero essere i fattori responsabili della moria
del kiwi che sta devastando i frutteti dove l'Italia è tra i
primi produttori al mondo. E' quanto emerge da uno studio del
Crea con il suo centro di Ingegneria e Trasformazioni
Agroalimentari e pubblicato sulla rivista internazionale
Frontiers.
Sono state effettuate prove in campo in un frutteto
sperimentale di kiwi, testando diverse pratiche agronomiche, in
grado di influenzare le caratteristiche fisiche, chimiche e
biologiche del suolo per valutarne l'effetto sulla comparsa o
meno dei sintomi di moria. Inoltre, analizzando la crescita
delle piante, la morfologia e l'anatomia delle radici, è emersa
una possibile correlazione fra l'insorgenza dei sintomi e i dati
ambientali, in particolare la temperatura elevata dell'aria e
del suolo.
"I nostri dati - spiega la ricercatrice Laura Bardi autrice
dello studio - indicano nelle alte temperature estive tra i
fattori scatenanti, in quanto causa dell'alterazione anatomica e
morfologica delle radici e dell'arresto del loro sviluppo e
probabilmente anche della insufficienza di ossigeno nel suolo".
Sicuramente interventi agronomici orientati a migliorare la
fertilità biologica del suolo e le caratteristiche fisiche
possono aiutare, così come ridurre il riscaldamento eccessivo
del microambiente della pianta. L'esperta, infine ricorda che
spesso gli ambienti e le tecniche di coltivazione del kiwi non
tengono in considerazione i fabbisogni di questa pianta, che in
natura cresce arrampicandosi con lunghe liane su altre piante,
ombreggiata dalle loro chiome, in ambienti freschi e umidi, per
lo più collinari o montani. (ANSA).
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Moria kiwi, colpa del caldo e della gestione del suolo
Studio Crea pubblicata sulla rivista Frontiers