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"Master della cucina italiana" crea lavoro per 90% iscritti

Parte formazione cuochi "anti-masterchef" dove è nato Cracco

Redazione Ansa

Registra il pieno di iscrizioni la quinta edizione del "Master della cucina italiana", nelle moderne aule del Centro Formazione Esac-Confcommercio di Creazzo, il comune alle porte di Vicenza dove è nato Carlo Cracco. Lì ha preso  il via un ciclo di formazione di cinque mesi a tempo pieno, 800 ore in totale tenute da 48 docenti, che vanta un lavoro stabile, post stage, per almeno il 90% degli iscritti, con punte anche del 95%.

"Un corso di studi che eleva il pensiero" si legge nella brochure, e il programma sembra mantenere l'ambizioso obiettivo con lezioni di cucina e pasticceria d'autore che coinvolgono 33 stellati Michelin, lezioni di arte ed estetica a tavola, ma anche l'arte di far brigata (team building) nonché il food cost e la gestione del business plan.

In queste aule, ha detto Raffaele Alajmo, "troviamo la scuola che io e mio fratello Massimiliano avremmo voluto frequentare. Qui a Creazzo, dove è nato Cracco, facciamo l'anti-Masterchef perché - ha detto Alajmo - non diamo illusioni. Cerchiamo di dare nozioni e cose reali sul mestiere della cucina. In tv si fa spettacolo, ben altra è la realtà vera di chi per mestiere è cuoco. Ed è proprio questa aderenza alla realtà professionale che ha portato un boom di iscrizioni sia tra i giovani che stanno pianificando la vita sia tra chi cerca un cambio di prospettiva". Tra i docenti, spiccano Massimo Bottura, Fulvio Pierangelini, Mauro Uliassi, Giovanni Santini e il pasticcere-poeta Corrado Assenza.

Il corso, autofinanziato da privati senza alcun contributo pubblico, costa 16mila euro, con due borse di studio Tra i sedici aspiranti professionisti (14 uomini e 2 donne) - selezionati da un comitato scientifico che annovera tra i componenti Massimiliano Alajmo, chef tre stelle Michelin, e Raffaele Alajmo, Ceo di Alajmo Spa - molti giovani, appena usciti dall'Alberghiero, e qualche over 40, chi ha voglia di innovare esercizi di famiglia e chi vuol girare pagina e aprire un proprio locale. Pochi grilli sulla testa e tanta voglia di lavorare in cucina e negli alberghi che fanno della cultura gastronomica italiana il loro punto di forza.

I nostri allievi, sottolinea il presidente del Comitato scientifico nonché di Esac Spa Sergio Rebecca, "sanno che in questo mestiere, di tenacia, va coltivata l'umiltà. E che la sala non è una appendice ma tutt'uno con la cucina".

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