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Coldiretti Puglia, allarme per i cormorani triplicati

Ogni uccello mangia 10kg di pesce al mese

Redazione Ansa

Con una temperatura di 2,65 gradi superiore alla media storica, valori mai registrati prima anche a dicembre, c'è l'invasione di cormorani in Puglia, gli uccelli che si cibano di pesce, più che triplicati a causa della tropicalizzazione del clima, con ripercussioni economiche gravi per i pescatori e per gli allevamenti di pesce in mare aperto.
    E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione al clima anomalo con la finta primavera che manda la natura in tilt e fa proliferare la fauna selvatica, come i cormorani che da migratori sono diventati stanziali in Puglia con danni alla pesca negli allevamenti, in mare ed in laguna.
    La presenza sempre più invasiva dei cormorani - aggiunge Coldiretti Puglia - viene segnalata dai pescatori in provincia di Bari sia a sud, tra Mola di Bari e Torre a Mare che a nord tra Giovinazzo e Bisceglie, sulla costa di Taranto, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli e sugli oltre 400 chilometri di costa della regione.
    "Ogni Cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l'altro - denuncia Coldiretti - pesci feriti nell'attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti. Il numero di Cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale". Per Coldiretti "è ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all'attività dell'itticoltura e alla vita stessa dei pesci nei mari.
    L'attività predatoria dei cormorani sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono. Non si limitano alle specie di pesce pregiate - aggiunge Coldiretti Puglia - perché mangiano anche quelle specie-foraggio che dovrebbero fungere da pasto per le prime, rendendo ancor più negativo il loro impatto sul settore ittico.

Inoltre il caldo fuori stagione sta infatti ingannando la natura in un inverno che stenta ad arrivare. Dai radicchi scoloriti che senza il freddo non riescono ad arrivare a maturazione in Veneto con tagli alle produzioni fino al 30%, alle api sconvolte dal clima che escono troppo presto dagli alveari, alle piante come mimose, noccioli e limoni con fiori fuori stagione a rischio gelo. A metterlo in evidenza è sempre la Coldiretti, dopo un 2022 che si classifica come l'anno più bollente mai registrato prima in Italia. In Veneto, rileva la Coldiretti con preoccupazione, le foglie di radicchio non arrivano ad assumere la tipica colorazione per essere messe in commercio proprio a causa della temperatura che non si abbassa; le piante, infatti, continuano a crescere in altezza e vanno a seme ma non produrranno nulla. In realtà la natura è in tilt per il caldo anomalo in tutta Italia, con le mimose già fiorite con mesi di anticipo rispetto alla festa della donna dell'8 marzo. Temperature che non risparmiano gli alberi da frutta 'ingannandoli' ad una ripresa vegetativa fuori stagione, con produzioni a rischio con il probabile arrivo del freddo e del maltempo nelle prossime settimane. In difficoltà anche le api che, disorientate dalle alte temperature, si risvegliano ed escono dagli alveari con il pericolo concreto di morire di fame e di freddo.
 
   

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