(ANSA) - ROMA, 06 SET - Il drastico aumento dei costi di
produzione per la piscicoltura ha fatto saltare le
programmazioni per i prossimi mesi, mettendo a rischio la stessa
sopravvivenza di molte imprese del settore e la presenza di
pesce made in Italy fino alle prossime feste natalizie. A
lanciare l'allarme è il presidente dell'associazione
piscicoltori italiani di Confagricoltura, Pier Antonio Salvador.
La situazione, infatti, dopo oltre 6 mesi di conflitto è
aggravata anche dalla forte carenza idrica determinata dal
prolungarsi del periodo siccitoso.
I piscicoltori denunciano che i mangimi sono aumentati del
35%, l'energia elettrica dal 200% al 300 % (in base alle
tipologie d'utilizzo), l'ossigeno liquido ha segnato almeno un
+250%. Incrementi importanti anche nella logistica interna
(mezzi aziendali e imbarcazioni) e negli scambi con fornitori e
clienti dovuti ai rincari dei carburanti agricoli (che non hanno
tutte le agevolazioni della pesca), nel costo degli avannotti,
degli imballaggi, dei materiali e pezzi di ricambio necessari
alla manutenzione degli impianti e delle attrezzature.
Il già notevole aumento del costo unitario di produzione è
addirittura raddoppiato nei sistemi fortemente dipendenti dalla
disponibilità di energia elettrica. Nel caso degli impianti a
terra, gli allevatori hanno dovuto attivare le pompe
prevalentemente inutilizzate dal 2003 (altra annata estremamente
siccitosa); rilevante anche l'impatto sulle aree lagunari, in
particolare nel Nord Adriatico. Per gli allevamenti non si può
configurare un lockdown ma, senza urgenti provvedimenti in grado
di abbattere subito i costi, conclude il presidente, crescerà
inevitabilmente il numero delle imprese a rischio chiusura,
costringendo gli italiani a consumare sempre più pesce
importato. (ANSA).
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Con caro bollette e siccità, a rischio pesce di allevamento
Api, imprese a rischio chiusura e più prodotto importato