(ANSA) - GENOVA, 23 DIC - C'è preoccupazione tra i volontari
della Protezione Animali savonese, l'Enpa, per il gruppo di
orche che, dopo la morte del loro cucciolo davanti al porto di
Genova, continuano a rimanere in zona, nei pressi del porto di
Vado Ligure, invece di prendere il largo. "Il mar Ligure è
infatti un'immensa trappola di ami (parangali) e reti, che
costituiscono per loro un serio pericolo. Se poi fosse vero che
rimangono sotto costa per alimentarsi e far riprendere le forze
ad un esemplare debole del gruppo - dice l'Enpa in una nota -,
l'ipotesi è che non riescano a trovare il cibo loro necessario".
Nei giorni scorsi le orche si sono spostate anche nella Liguria
di Levante, a Portofino e a Portovenere.
L'Ente afferma che per gli istituti scientifici, "inascoltati
dalle istituzioni pubbliche, il Mediterraneo è un mare vuoto,
con il 75% delle specie in riduzione ed il 25% in via di
estinzione, divenuto tale per gli scarichi industriali e civili
ma anche per una pesca professionale senza limiti a cui si
aggiungono centinaia di migliaia di 'dilettanti' o
'ricreativi'".
La Protezione Animali savonese sollecita la Regione Liguria,
"totalmente silenziosa nella vicenda delle orche, ed il
sensibile ministro dell'Ambiente ad attivare tutti i comuni
liguri a dotarsi di impianti di trattamento delle acque, a
limitare efficacemente la pesca professionale nelle aree del
Santuario, proibire ai pescasportivi gli attrezzi professionali
(parangali e nasse) ed ingrandire le superfici delle aree marine
protette, inserendo altresì severi divieti di pesca (nell'Amp di
Bergeggi è consentita)".
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Orche Genova: Enpa, preoccupati per reti e mancanza cibo
Ente protezione, Mediterraneo inquinato e pieno di trappole