(ANSA) - ROMA, 10 LUG - Una ricerca diffusa oggi dalla FAO
anticipa che entro il 2050 i cambiamenti climatici avranno
alterato la produttività di molte attività di pesca marina e di
acqua dolce del pianeta, con pesanti conseguenze per i mezzi di
sostentamento di milioni di persone tra le più povere al mondo.
Nello scenario più ottimistico, la produzione di pesca nelle
zone economiche marine dei paesi diminuirebbe tra il 2,8% e il
5,3% entro il 2050. Sotto un altro il modello, la diminuzione
potrebbe variare entro lo stesso periodo dal 7% al 12,1%.
Le maggiori diminuzioni sono attese nelle zone economiche
marine dei paesi tropicali, soprattutto nel Pacifico
meridionale, mentre nelle regioni di latitudine più elevata il
potenziale di cattura probabilmente aumenterà.
Questi impatti sono legati alle variazioni della temperatura
dell'acqua e dei livelli di pH, ai cambiamenti nei modelli di
circolazione oceanica, all'innalzamento del livello del mare e
alle alterazioni delle precipitazioni e delle tempeste che
faranno cambiare la distribuzione e la produttività delle
specie, sbiancare i coralli e diffondersi di malattie acquatiche
tra gli altri effetti.
Gli impatti produttivi sui sistemi idrici interni varieranno
da luogo a luogo, ma nessuna regione del mondo ne sarà immune.
Nel caso dell'acquacoltura d'acqua dolce, Viet Nam, Bangladesh,
Laos e Cina sono considerati i paesi più vulnerabili, mentre per
l'acquacoltura marina, sono la Norvegia e il Cile. (ANSA).
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Fao, cambiamenti climatici ridurranno pesca in paesi poveri
Effetti negativi soprattutto nei paesi tropicali