(di Sabina Licci)
I pesci di mare non temono le alte temperature di questi giorni,
a differenza delle specie delle zone lagunari a rischio
asfissia. Una buona notizia visto che, come sempre durante
l'estate, Federccopesca ricorda che i consumi ittici aumentano
fino al 15% per 3 italiani su 4. A fare il punto con l'ANSA è
Corrado Piccinetti, biologo e docente all'Università di Bologna
che svela le diverse strategie anti-caldo delle specie nostrane.
Tutte le specie di mare, molluschi e crostacei compresi, possono
tranquillamente trovare rifugio a largo in acque più profonde,
dove l'ossigenazione è più elevata e le temperature più stabili.
''È una caratteristica tipica di questi animali - sottolinea
Piccinetti - una reazione istintiva che li porta a nuotare in
acque più profonde e più fresche''. Una strategia, questa,
spiega Federcoopesca-Confcooperative, adottata dalle specie
pelagiche che vivono più in superficie come alici, sardine e
sgombri. Per quelle di profondità invece, come gambero rosso e
viola e merluzzo, non ci sono particolari tecniche di
adattamento, visto che l'innalzamento delle temperature in mare
riguarda solamente lo strato superficiale dell'acqua; infatti
oltre i 150 metri in estate o in inverno non ci sono cambiamenti
significativi con temperature stabili tra i 13 e i 14 gradi.
Alcuni grandi predatori, invece, come il tonno, il pesce spada e
gli squali possono aumentare la temperatura dei muscoli e del
cranio quando scendono in profondità per cacciare, ma devono
spesso tornare in acque più calde, per non raffreddarsi troppo.
Il problema invece si crea nelle zone lagunari o nei laghi dove
è facile che si verifichi un fenomeno di surriscaldamento delle
acque e la formazione di alghe che riducono l'ossigeno
disciolto, soffocando la fauna ittica. Basti pensare che nel
2015 nella laguna di Orbetello (Gr) a causa del caldo sono morti
asfissiati 1500 quintali di pesce, oltre al novellame. Se le
alte temperature non sono un problema per le produzioni di mare,
lo possono diventare invece nel passaggio alla tavola. A questo
proposito Federcoopesca ricorda l'importanza col caldo torrido
della corretta conservazione del prodotto nei punti vendita, nei
ristoranti ma anche tra le mura domestiche. Il consiglio è di
cuocere sempre il prodotto, privilegiando in questo periodo
cotture più light come vapore o bollitura e lasciare i crudi per
le cene al ristorante dove, grazie agli abbattitori si evitano i
rischi di contaminazione da parassiti o batteri.
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Salvo menu estivo, il pesce di mare non soffre il caldo
Biologo svela strategie anti-afa. Federcoopesca, consumi +15%