(ANSA) - ROMA, 13 GEN - Entro il 2050, potrebbero essere
milioni le persone dei paesi in via di sviluppo a non potersi
permettere di consumare pesce. Già oggi il 61% delle
esportazioni globali di pesce proviene dai paesi in via di
sviluppo ed è esportato verso i paesi industrializzati, in
primis quelli europei. Il problema è che la dipendenza dal
pescato nel mondo industrializzato come sussistenza di base di
proteine è di fatto nulla, mentre tale sussistenza è
fondamentale nei luoghi dove il pesce viene pescato.
Sono i risultati del nuovo report commissionato dal WWF sul
futuro della pesca e del consumo di pesce a livello globale.
"Fishing for proteins - How marine fisheries impact on global
food security up to 2050" è stato redatto da ricercatori
dell'Università tedesca di Kiel ed ha analizzato i possibili
scenari economici ed ecologici legati alla pesca da qui al 2050.
Secondo le previsioni dei ricercatori, un incremento della
domanda di pesce può essere soddisfatta solo se sarà migliorata
la gestione della pesca in modo significativo e intensificata la
battaglia contro l'illegalita'.
"Il prerequisito per ottenere un mantenimento sostenibile dei
volumi di cattura del pescato - dichiara Donatella Bianchi,
Presidente del WWF Italia - è da cercarsi nello sfruttamento
corretto e controllato della risorsa, che tenga conto
dell'equilibrio dinamico, ma al tempo stesso vulnerabile degli
ecosistemi marini. Solo in questo modo la gestione degli stock
ittici potrà essere efficace". (ANSA).
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